Safilo guarda avanti, parla l’ad Trocchia «L’addio a Longarone tutela i lavoratori»

«Se non avessimo avuto il coraggio di certe scelte, oggi staremmo raccontando una storia molto diversa». Angelo Trocchia, ad di Safilo, parla per la prima volta da quando, una decina di mesi fa, il gruppo ha annunciato la decisione di lasciare Longarone.
Sono stati mesi complessi, ma Safilo chiude una vertenza in cui non sono stati persi posti di lavoro con un passaggio di proprietà dei due stabilimenti di Longarone a due competitor: Thelios e Innovatek.
«Sappiamo che ci sono state un po' di problematiche all'inizio, ma poi, alla fine, questo si è configurato come un accordo innovativo. Non era mai stata fatta una cosa di questo livello di garanzia e protezione delle maestranze. Non nego che è stato un po’ più lunga di quanto avessimo previsto, ma siamo arrivati. E ora inizia una fase nuova per quegli stabilimenti, con i piani che metteranno in atto Thelios e Innovatek. Avevamo coscienza di ciò che significasse Longarone per il distretto e per la storia di Safilo e il nostro obiettivo è stato quello di salvaguardare l’occupazione, i livelli salariali evitando la dispersione delle competenze. La Regione e l’assessore Elena Donazzan hanno giocato un ruolo importante, essendo presenti sin dall’inizio. E va dato un riconoscimento anche ai due sindacati che hanno aderito all’accordo, seppur con un’iniziale posizione critica, perché hanno consentito la riuscita di questo accordo».
Safilo è cambiata radicalmente da quando lei è arrivato, ci sono stati dei piani di ottimizzazione dei costi, piani di tagli, l’addio a Martignacco. C’è un tema di made in Italy per quanto riguarda Safilo, vista la decisione di cedere delle competenze, come abbiamo visto con la vendita di Longarone. Dal 2018 si vede che siete intervenuti sulla parte produttiva.
«Se Safilo sta qui e non con i libri in tribunale è perché noi nel 2018 abbiamo letto bene cosa sarebbe successo. Noi dicemmo che il lusso stava andando in un’altra direzione e questo è avvenuto. Credo sia importante dirlo per il distretto e per il settore dell’occhialeria. Non solo il lusso si è concentrato sul polo Kering Eyewear e sul polo Lvmh tramite Thelios. Ma quello che avviene ora è qualcosa in più, perché Kering Eyewear e Thelios non solo sono parte di un processo di internalizzazione delle maison per il settore occhiali, ma sono soggetti acquisitivi. Kering Eyewear ha acquisito Lindberg e Maui Jim, Thelios ha comprato Vuarnet. Credo sia importante per l’industria capire che c’è un’ondata di cambiamento che va al di là. Aziende come la nostra devono riposizionarsi, ma noi lo abbiamo fatto senza rinunciare al made in Italy. Noi abbiamo fatto un reset, ma era doveroso, con noi Longarone non poteva avere un futuro. Credo sia giusto così. Questa è una industry in cui ci sono altri cambiamenti e vedremo ancora altre trasformazioni. La vecchia industria dell’occhialeria stabile non esiste più. Se non si leggono le dinamiche che ci sono oggi ci si sveglia un giorno sorpresi».
Santa Maria di Sala, dove avete uno stabilimento, resta un presidio per voi?
«Noi siamo intervenuti sulla parte manufacturing in Italia, abbiamo Santa Maria di Sala e abbiamo un contratto di fornitura con Kering Eyewear che arriva al 2027, abbiamo uffici a Padova, dove c’è il centro di sviluppo e design. Anche il Ministro Adolfo Urso lo ha detto, il made in Italy oggi è più della manifattura, Santa Maria di Sala e Padova stanno lì sull’arco ragionevole che va fino al 2027. Abbiamo una domanda che sale e scende, glielo dico già oggi a priori. Abbiamo fatto il piano sulla Russia e abbiamo visto cosa è successo sul mercato, stavamo crescendo bene in Medio Oriente e ora anche lì vediamo quotidianamente che succede. Ci saranno degli alti e bassi, delle ottimizzazioni, ma il set up in Italia rimane questo su un arco relativo al piano strategico. Se mi si chiede una vista oltre i tre anni credo sia difficile. Comunque, al momento, non prevediamo altri interventi».
Ha dovuto far virare Safilo, metterla su una rotta diversa, i numeri vi stanno dando ragione. Oggi però ci sono altri cambiamenti che inseriscono l’occhialeria nel segmento dei gadget digitali, filone di mercato del tutto diverso. Parliamo dell’accordo con Amazon per gli occhiali del vostro brand proprietario Carrera.
«Se uno guarda al biennio/triennio non è che Alexa-Carrera ci cambierà il conto economico, però sono quei treni su cui bisogna salire. È importante lavorare su questi temi ed è importante che Amazon ci abbia scelto. Sicuramente l’occhiale avrà funzionalità diverse in futuro, se un gruppo come questo ha scelto noi, evidentemente, ci ha riconosciuto delle capacità, quindi è un argomento importante. Safilo deve essere diversa, smart, digitale e agile. Ci sarà l’anima dei brand e quella delle licenze, ma dobbiamo guardare avanti. Stiamo facendo delle cose nell’occhialeria con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in maniera estesa. Questa è la Safilo del futuro. Il mercato è polarizzato: da una parte c’è EssiLux a dei livelli non raggiungibili e dall’altra il lusso, noi dobbiamo dunque essere diversi».
Avete le potenzialità finanziarie per fare operazioni straordinarie...
«L’M&A è uno dei punti del nostro piano. Alcune delle ultime acquisizioni fatte dai competitor hanno alzato molto i multipli. Ma le acquisizioni devono avere un senso finanziario, certo ci sono dossier che interessano e sarebbero giusti per noi, però su numeri ragionevoli».
Pai Partner ha detto che sta esplorando la possibile cessione di Marcolin, da osservatore protagonista del settore, che cosa ne pensa?
«Marcolin nel momento in cui ha fatto l’operazione Tom Ford trasformando quella licenza in una licenza perpetua ha modificato delle cose e innalzato il suo valore. Dipenderà se si innescheranno altri cambiamenti a catena, è un asset di valore, bisognerà vedere come influiranno questi cambiamenti strutturali a cui facevo riferimento».
Da quel che filtra pare che il private equity ambisca ad un acquirente industriale. Per voi è fuori taglia o lo state guardando?
«Quando passeggio di solito tendo a guardare il panorama intorno».
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