Al Salone di Milano mobili sempre più sostenibili che strizzano l’occhio alla moda

A Nord Est le collaborazioni con architetti e brand del fashion sono uno dei trend. Grande attenzione dalle aziende anche per l’impatto ambientale delle produzioni

Maura Delle Case

 

Forme nuove, tessuti ricercati e materiali inediti, con un occhio d’attenzione alla sostenibilità. Uno dei mantra, quest’ultima, del mobile made in Italy che se da un lato abbraccia l’economia circolare, tema dei più seri, dall’altro si concede un pizzico di frivolezza, strizzando l’occhio al mondo della moda, con collaborazioni che portano i brand del fashion a vestire anche gli arredi di casa.

Sono due dei trend che si ritrovano al Salone del Mobile, in corso in questi giorni a Milano. Trend con cui si sono cimentate anche le aziende del Nord Est, presenti in forze alla fiera di Rho, visitate ieri anche dall’assessore alle Attività produttive della Regione, Sergio Bini, che ha voluto manifestare loro la vicinanza, concreta, dell’istituzione: «Tra le tante risorse, abbiamo messo a disposizione del settore legno-arredo 1,4 milioni per l’internazionalizzazione».

Sostenibilità, si diceva. Calligaris group se ne occupa da anni. In particolare, con il marchio Connubia, il brand più giovane della compagnia.«Qui al Salone – spiega il product director Massimo Cian – presentiamo Tender, una poltrona riempita totalmente di palline di una sorta di polistirolo, che poi si può riciclare, rivestita di un tessuto prodotto al 100% dal riciclo bottiglie di plastica».

Sostenibile, dunque, ma anche alla moda. Dopo Max Mara, Blumarine e Levi’s è la volta di Jaked e Borbonese. «A Connubia abbiamo affiancato il primo: un noto marchio di abbigliamento sportivo, sponsor della nazionale di nuoto (in vasca lo indossava nientemeno che Federica Pellegrini). Mentre Calligaris ha abbracciato Borbonese, due eccellenze del made in Italy, entrambe – evidenzia Ciol – con oltre 100 anni di storia».

Dalle collaborazioni con la moda alle commesse. Allo stand Fantoni, azienda di Osoppo produttrice di pannelli e mobili da ufficio, fa bella mostra di sé una scrivania che l’impresa friulana ha fornito nientemeno che alla sede di Hermès a New York. Alla scrivania, regina del mondo office, si affiancano sistemi che trasformano gli spazi di lavoro, come quello progettato dai fratelli Piva: «un sistema che può essere attrezzato con librerie, ripiani, appendiabiti e lavagne» mostra Marianna Fantoni, che in azienda è responsabile dello sviluppo prodotto e che racconta la grande attenzione – nel dna di Fantoni – per la sostenibilità. Vedi i piani delle scrivanie realizzati in truciolare 100% riciclato.

Grande attenzione per l’impatto delle produzioni sull’ambiente si incontra anche allo stand di Midj, impresa del pordenonese che al Salone porta un divano «con alto tasso di economia circolare all’interno. Fuori non si vede, è un prodotto che va spiegato» precisa il fondatore Paolo Venier che attraversando il suo stand, pieno di colore e di proposte innovative, si ferma poi davanti a un tavolo. Caratteristica: il piede centrale sfida le leggi della fisica. «Abbiamo cercato di farlo il più sottile possibile». Come un vitino da vespa. «Questa, invece, é Rem, una sedia – spiega Venier – che si può svestire e cambiare di cover. In due minuti sganci le cinture sul retro e la rinnovi». Un po’ come cambiarsi d’abito.

Filosofia simile a quella di Saba, azienda padovana che produce imbottiti (e non solo). «L’idea – spiega la Ceo Paola Molon – è quella di offrire un prodotto duraturo. Un divano con fusto che rimanga valido 15, 20 anni e che possa essere sfoderato con grandissima facilità per essere rivestito. Nel mondo del design, fortunatamente, se l’idea è intelligente basta cambiarle abito per cambiare aspetto al prodotto. Anche questa è sostenibilità. Se poi la intendiamo in senso stretto – continua –, i nostri divani sono facilmente scomponibili nei vari materiali così che possano essere riciclati il più possibile».

Una costante, per le imprese di casa nostra è la collaborazione con i designer. Che siano grandi firme o giovani emergenti. «Abbiamo alle spalle una lunghissima collaborazione con Paola Navone, che è stata la nostra art director e ha disegnato per noi il prodotto di maggior successo: il divano Ghost. Dal 2021 – racconta Giovanni Gervasoni, presidente e ad dell’omonima azienda di Pavia di Udine – abbiamo deciso di allargare la rosa dei designer, affiancando alla Navone progettisti italiani e stranieri, giovani e meno giovani, affermati e non, una decina di professionisti che hanno interpretato il mood Gervasoni: innovativo, diverso e direi… leggero».

Aggettivo, quest’ultimo, che descrive bene anche Lago, azienda veneta presieduta da Daniele Lago, che quest’anno, al Salone, ha portato nuovi prodotti della famiglia Air, ma anche console architettoniche e divani customizzabili. «Perché c’è un po’ il ritorno al costruirsi il proprio arredamento, nel caso del divano, ad esempio, scegliendo i tessuti» spiega Lago passando la mano sui diversi materiali che compongono uno dei suoi imbottiti.

Per Antonino Potocco, alla guida dell’omonima azienda di Manzano, la parola d’ordine è invece «flessibilità». «È quello che ci chiede il mercato, specie quello americano. Per gli Usa abbiamo realizzato delle sedie, inserite a catalogo, più ampie e accoglienti. Ma siamo pronti a customizzare ogni prodotto in base alle esigenze. Questo è il nostro segreto».

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