San Benedetto acquisisce la friulana Acqua Paradiso, era fallita nel 2017

L’acquisizione di San Benedetto segue la strategia attuata dal gruppo veneziano nel 2019 di diversificazione delle fonti, e che permette di avvicinare i luoghi di produzione a quelli di consumo
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UDINE/VENEZIA. Risorge l’Acqua Paradiso. La nuova vita dell’acqua che scorre dalle Prealpi Carniche e raggiunge le quattro fonti presenti nello stabilimento in provincia di Udine la si deve alla San Benedetto di Scorzé che ha acquisito gli stabilimenti a Pocenia, fermi dal 2017 a causa del fallimento dell’emiliana Unibread della famiglia Tedesco.

La società li aveva presi in gestione quando nel 2015 il gruppo Gabeca aveva manifestato l’intenzione di abbandonare l’attività dando in affitto il ramo d’azienda. Proprietario dello stabilimento era la famiglia Gavana, che, allora, di fronte alla decisione del Tribunale di Reggio Emilia, ritenne di non voler riprendere le attività. A quel punto, non essendo stati trovati sul mercato altri acquirenti interessati al marchio, i 24 dipendenti persero il lavoro e gli impianti furono fermati.

Ora gli impianti produttivi riapriranno sotto la denominazione Pocenia Srl e una nuova insegna targata San Benedetto, «Ma anche con il brand Paradiso» anticipa Enrico Zoppas, presidente e ad di San Benedetto.

«Da poco abbiamo firmato l’accordo e siamo entrati - prosegue Zoppas- abbiamo fatto le verifiche tecniche di valutazione dell’impiantistica anche in termini di sicurezza, per quanto riguarda il sistema idrico è in buono stato, queste sono acque preziose e in linea con i nostri standard». Il pulsante start sarà premuto presto prosegue l’imprenditore veneto. «Pensiamo di poter essere operativi in tre/quattro mesi almeno con una prima linea e di proseguire con il piano di investimenti. Abbiamo pianificato un investimento nella rimessa a sistema degli impianti nell’ordine dei 10 milioni di euro. A regime saranno impiegate almeno 30 persone più tutto l’indotto della logistica».

Le quattro fonti interne alla tenuta, Corte Paradiso, Pocenia, Annia e Torsa, sono protette dagli agenti inquinanti grazie a strati di argilla spessi 70 metri. Le acque sono ricche di calcio e magnesio perché attraversano rocce piene di calcite e dolomite, mentre il profilo geologico del sottosuolo le protegge da possibili rischi di inquinamento. Lo stabilimento di Pocenia comprende quattro impianti all’avanguardia, con una capacità oraria complessiva di circa 90.000 bottiglie, in grado di confezionare una variegata tipologia di formati.

L’acquisizione di San Benedetto segue la strategia attuata dal gruppo veneziano nel 2019 di diversificazione delle fonti, e che permette di avvicinare i luoghi di produzione a quelli di consumo. Il nostro progetto network- riprende Zoppas- è un segmento fondamentale del nostro disegno sostenibile, che è composto di tante parti, tra cui appunto quello dell’utilizzo razionale delle risorse naturali, che prevede quindi la distribuzione più vicina ai consumatori ed ai territori

Oltre a quelle friulane l’azienda conta, infatti, su altre 5 fonti che servono tutto il territorio italiano, da Nord a Sud: Scorzé (Venezia), Popoli (Pescara), Donato (Biella), Nepi (Viterbo), Viggianello (Potenza) e Atella (Potenza). Con il Progetto Network per la diversificazione produttiva San Benedetto ha ridotto l'incidenza dei trasporti evitando che venissero percorsi 35.876 chilometri su gomma e ha risparmiato nel 2020 l'emissione di 23.221 tonnellate di CO2.

La sede della tenuta di Acqua Paradiso
La sede della tenuta di Acqua Paradiso

Il gruppo San Benedetto distribuisce ogni anno 4,6 miliardi di bottiglie tra il marchio omonimo e i brand Fonte Guizza, Cutolo, Acqua di Nepi, Schweppes ed Energade conta oltre 2100 dipendenti con ricavi per 780 milioni di euro e la presenza in 100 paesi nel mondo.

Acqua Minerale San Benedetto è stata la prima realtà industriale italiana ad avviare nel 2009 un accordo volontario con il Ministero dell’Ambiente, per rilevare e valutare le emissioni di anidride carbonica, introducendo processi di miglioramento per ridurre le emissioni di CO2 eq. La ricerca continua di nuove tecnologie e l’attenzione al miglioramento e all’ottimizzazione dei processi industriali ha dato vita nel 2010 alla bottiglia da 1L Easy, il primo formato sul mercato di acqua minerale carbon neutral.

Sulla scia del successo del formato da 1L Easy, San Benedetto nel 2012 ha presentato la Linea Ecogreen, un’intera generazione di bottiglie - dal mezzo litro a 1L Easy fino ai formati famiglia da 1,5L e 2L - realizzate con plastica riciclata fino al 50% e il 100% delle emissioni di CO2eq compensate attraverso l’acquisto di crediti per finanziare progetti di riduzione dei gas effetto serra. Ecogreen è stata la prima linea di prodotti in Italia a ricevere dal Ministero dell’Ambiente la validazione nel Programma per la valutazione dell’impronta ambientale.

Grazie a questo progetto, si stima che negli ultimi sette anni San Benedetto abbia ridotto le emissioni di gas effetto serra del prodotto Ecogreen 1L Easy del -24,5%; un risultato pari alla CO2 assorbita da 63.567 alberi in un anno; Inoltre, dal 2013 al 2020 l’Azienda ha ridotto le emissioni dell’intera linea Ecogreen del 14,6% - pari a 8.826 tonnellate di CO2 eq. e alla CO2 assorbita da 294.200 alberi in un anno - utilizzando 5.165 tonnellate di RPET.

La riduzione delle emissioni complessive del Gruppo San Benedetto nel biennio 2019-2020 è stata del 6% pari a -37.900 tonnellate di CO2 eq.

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