Scarpa, le calzature “bio” vanno verso la Borsa

L’azienda di Asolo all’avanguardia: prodotti riciclabili, energia pulita, trasformazione in società benefit: "Il mercato ci premia"
Sandro Parisotto, presidente di Scarpa, con l’amministratore delegato Diego Bolzonello
Sandro Parisotto, presidente di Scarpa, con l’amministratore delegato Diego Bolzonello

TREVISO. Calzaturificio Scarpa punta a quotarsi in Borsa e a trasformarsi in società benefit. Due svolte epocali per l’impresa asolana fondata nel 1938, ma partiamo dalla sostenibilità, perché poche aziende come questa sono in grado di far capire come la virata “verde” sia anche un grande creatore di valore.

Calzature “bio”

Il concetto di camminare nella natura, forse, non l’avevate mai concepito in questo modo: la natura “è” la scarpa. La linea Mojito è la prima composta da calzature biodegradabili al cento per cento. L’eliminazione del puntale e del tallone in gomma ha azzerato la produzione di scarti.

La lavorazione knit per la tomaia va nella stessa direzione, evitando ogni scarto di produzione. Sono stati eliminati gli occhielli in metallo, semplificando il processo produttivo. La suola è composta da un mix di gomma sintetica e naturale.

Sandro Parisotto, presidente di Scarpa
Sandro Parisotto, presidente di Scarpa

«La sostenibilità e il rispetto dell’ambiente fanno parte del nostro Dna da sempre – spiega Sandro Parisotto, presidente di Scarpa – per un’azienda che respira la montagna ogni giorno, il rispetto della natura è una predisposizione spontanea, ma dal primo lockdown è un tema ancor più d’attualità: i consumatori si sono resi conto che acquistare un prodotto sostenibile crea meno inquinamento e meno diseguaglianze dal punto di vista del lavoro».

Creazione di valore

È un circolo virtuoso tra rispetto ambientale e creazione di valore. I consumatori – termine che suona vecchio, in questo caso, perché “consumare” sa di spreco – chiedono sostenibilità, la premiano dal punto di vista degli acquisti: meno scarponi, meno ricambio, ma alta qualità.

E sono disposti a pagarla. «I clienti vogliono comprare meno, ma comprare cose molto buone», sottolinea Parisotto. Scarpa è un’eccellenza riconosciuta, su questo fronte, e sta pensando alla quotazione in Borsa per sostenere nuovi investimenti. «Con Diego Bolzonello (amministratore delegato dall’estate del 2018, ndr) abbiamo impostato un percorso di lavoro in questa direzione – dice ancora Parisotto – il Covid ha allungato i tempi, ma lo portiamo avanti. Ci quoteremo appena ci saranno le condizioni logiche per farlo».

Società benefit

Altro fronte è quello della trasformazione in società benefit: una modifica che parte dallo statuto e che certifica un impegno totale per la sostenibilità e la responsabilità sociale d’impresa, a cominciare dalla donazione del dieci per cento dei propri utili a enti no profit e passando per una rigida certificazione sul rispetto ambientale (solo energia da fonti rinnovabili) e delle persone, a partire dalle condizioni di lavoro di tutta la filiera.

«Siamo in corso d’opera per la trasformazione in società benefit, ce la faremo entro il 2022», dice l’amministratore delegato Diego Bolzonello, ex Geox, «Nel corso degli anni abbiamo preso tante decisioni e iniziative ispirate da principi sostenibili.

Penso all’utilizzo del Pebax Rnew, materiale totalmente biologico e riciclabile, negli scarponi da telemark e sci alpinismo, o all’aver installato da tanti anni pannelli fotovoltaici nella nostra sede di Asolo per coprire parte del nostro fabbisogno energetico con l’autoproduzione.

Ora vogliamo trasformare questa predisposizione in un impegno programmatico, per far sì che la sostenibilità diventi elemento strutturale dell’azienda». Da gennaio 2020, il 100% dell’energia elettrica utilizzata in Italia proviene da fonti rinnovabili certificate.

Filiera corta

Elemento importante, forse fondamentale, per garantire la sostenibilità è avere un controllo diretto della filiera produttiva. «Scarpa storicamente realizza circa l’85 per cento della produzione in fabbriche di proprietà, il 60% lo realizziamo ad Asolo, ciò significa poter impostare standard uniformi per esempio sui fronti dell’energia e della sostenibilità sociale», spiega ancora Bolzonello.

I numeri

Il Calzaturificio Scarpa ha portato il suo Phantom 8000 HD sulla vetta del K2, scalato per la prima volta nella stagione invernale grazie all’impresa di Nirmal “Nims” Purja, uno degli ambasciatori di Scarpa nel mondo. Questo per dire che la sostenibilità è il futuro, ma la qualità “estrema” – come le condizioni di utilizzo – dei prodotti deve rimanere una stella polare.

«L’inizio del 2020 era stato preoccupante, dal punto di vista dei numeri – conclude Parisotto – poi ci ha rincuorato il fatto che camminare e passeggiare in montagna fossero tra le poche attività concesse. Credo che chiuderemo il bilancio 2020 con un leggero segno “più” rispetto al fatturato del 2019, che era arrivato a 106 milioni di euro». La quota export è superiore all’80%, con Germania e Usa mercati più importanti per i prodotti Scarpa. —

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