Scarpa sempre più green progetta la calzatura biodegradabile al 100 per cento

L’ad Diego Bolzonello racconta le ambizioni dell’azienda di Asolo: «Il lancio è previsto per l’inizio del 2021, avrà un impatto mondiale»

TREVISO. Scarpa tenta l’allungo e studia una calzatura tecnica totalmente biodegradabile. Per l’azienda di Asolo specializzata nella produzione di calzature tecniche outdoor, dall’arrampicata allo sci alpinismo, si tratta di guadagnare terreno verso i propri clienti. Persone che amano la natura, le attività all’aria aperta ma con un livello di impegno fisico e necessità di tecnologia e comfort molto elevati.

«In questo momento stiamo progettando la prima scarpa totalmente biodegradabile e siamo in fase avanzata di studio, quindi dovrebbe entrare in produzione in tempi anche abbastanza brevi. Si tratta di un processo complesso perché le nostre calzature sono composte di una cinquantina di materiali diversi e vanno resi tutti biodegradabili» spiega Diego Bolzonello, ad di Scarpa. Entro inizio 2021, aggiunge il top manager, dovrebbero essere pronti per il mercato: «é un progetto molto importante e avrà un impatto anche sul panorama mondiale delle calzature».

L’azienda non è nuova all’impegno green, l’anno scorso ha lanciato sul mercato una collezione per lo sci alpinismo realizzata in Pebax RNew, un innovativo materiale totalmente biologico prodotto dalla francese Arkema.

Il materiale nasce dalla pianta del ricino, i cui semi danno vita ad un materiale bio-plastico dalle caratteristiche straordinarie: estremamente leggero e resistente al freddo, è in grado di restare flessibile anche con le temperature più rigide. Un vero prodigio di natura e tecnologia, dunque, in cui Scarpa ha creduto da subito, diventando la prima al mondo ad utilizzarlo, già dal 2007, applicandolo alla linea di prodotti per il telemark. Nella collezione 2019-2020 questo straordinario polimero, eco-compatibile e riciclabile al 100%, ha costituito il cuore anche della gamma di sci alpinismo.

«Rendere biodegradabile uno scarpone è molto complesso, perché ci sono tanti materiali diversi che compongono le singole parti. Nello scarpone è dunque più complicato poiché la parte biodegradabile andrebbe smontata - spiega Bolzonello - per questo vogliamo iniziare dalla scarpa. Ma non è l’unica cosa su cui stiamo lavorando, in cantiere abbiamo molti altri progetti, che tuttavia necessitano di sperimentazione: i risultati si vedono nell’arco di due o tre anni. I materiali riciclabili hanno performance inferiori non è semplice individuare quelli da utilizzare per mantenere la stessa durabilità e resistenza».

L’impegno dell’azienda di Asolo per l’ambiente non si ferma chiaramente al prodotto. Per questo Scarpa ha iniziato un percorso per diventare una Benefit Corporation, cioè un’azienda che oltre al profitto sia in grado di massimizzare il suo impatto positivo sull'ambiente e la società.

Nel 2019 Scarpa ha chiuso con un fatturato a 110 milioni, nel 2020 l’attesa è per una contrazione anche se Bolzonello spera di riuscire a recuperare terreno grazie alla ripresa di domanda per le attività in montagna. «La ripartenza è stata abbastanza tranquilla all’inizio - spiega - poi anche a livello mondiale abbiamo assistito ad una ripresa formidabile delle attività all’aria aperta, molte persone hanno scelto di andare in montagna dopo tanti giorni chiusi in casa. Stiamo rincorrendo gli ordini con la produzione speriamo di chiudere con ricavi in calo ma sotto il 10%».

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