Si fondono i consorzi di Trieste e Pordenone: energia meno cara

Agrusti: entro il primo semestre dell’anno servizi unificati Lilli (Venezia Giulia): avremo più potere di contrattazione

TRIESTE. L’obiettivo di Michelangelo Agrusti è il primo semestre 2021. Così anche per Alessio Lilli, mentre Valerio Pontarolo, più prudentemente, guarda a fine anno. Ma il percorso è scritto: i due Consorzi Energia delle territoriali di Confindustria Venezia Giulia e Pordenone, di cui Lilli e Pontarolo sono i presidenti, si fonderanno con l’obiettivo di spuntare prezzi ancora migliori sul mercato. «Concretizzeremo un obiettivo coerente con il progetto di unificazione dei servizi che erano organizzati a livello locale prima della nascita di Confindustria Alto Adriatico», riassume Agrusti, che della Confindustria che riunisce gli industriali di Trieste, Gorizia e Pordenone è il presidente. 

Per i soci, è la gradita conferma, «il servizio continuerà a non costare nulla, ma è evidente che potranno ottenere energia a costi ulteriormente ridotti». Lilli, presidente di Siot, Società italiana per l’oleodotto transalpino, è alla guida del Consorzio Energia della Venezia Giulia in un consiglio direttivo formato anche dal vicepresidente Claudio Taboga (Wärtsilä) e dai consiglieri Enzo Bertoldi (Nidec), Giuseppe Cipolla (Alder) e Igor Muzzolini (Miko). 

I numeri dell’assemblea 2020, quelli pre Covid, parlano di un consumo complessivo di 433 milioni di kilowattora e 28 milioni di metri cubi di gas per 96 soci, con il Consorzio che ha agito sul mercato libero dell’energia come gruppo di acquisto, approvvigionamento di elettricità e gas per offrire condizioni contrattuali vantaggiose a imprese, enti e strutture di qualsiasi genere dimensione, anche non iscritte a Confindustria Venezia Giulia, che da sole non potrebbero avere lo stesso potere di contrattazione. L’anno appena concluso ha visto causa lockdown un calo di attività. 

La stima del presidente Lilli è di un meno 10-15%, ma si è comunque incrementato il dato dei soci, salito oltre quota cento. Analisi non troppo diversa quella di Pontarolo, presidente di Pordenone Energia, gruppo di acquisto che raggruppa circa 500 aziende, non solo industriali pure in questo caso, ma anche del commercio, agricole, artigiane, associazioni sportive e onlus. «Tra marzo e aprile dello scorso anno i mercati delle energie e del gas, a causa della pandemia, hanno avuto cadute del 50% per poi rialzarsi in autunno ai livelli precedenti alla pandemia», spiega Pontarolo. 

Il futuro? «Nessuno ha la sfera di cristallo per prevedere ciò che accadrà nel 2021, certo è che in questi giorni le quotazioni a termine rispetto ai punti di minimo, si sono innalzate del 30% passando dai 45 ai 60 euro/MWh». Un clima di incertezza, prosegue, che «suggerisce una gestione prudente degli acquisti, tale da mettere al riparo le imprese dalla volatilità dei mercati e consentire loro di gestire il costo industriale». 

Il vantaggio è garantito indipendentemente dalla dimensione aziendale: «Noi non vendiamo energia elettrica o gas ma la acquistiamo per conto dei soci potendo così offrire, anche al negozio o alla polisportiva, le stesse condizioni dei nostri grandi clienti che pagano bollette da un milione di euro al mese». Lilli e Pontarolo sono pronti ad assecondare il percorso di fusione. Si va in quella direzione, affermano a una voce sola. 

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