Snaidero cede la tedesca Rational a Bravat: «Ci concentriamo sul mercato italiano»

Continua il piano di rilancio a opera del fondo IDeA Corporate Credit Recovery II. «Il 2021? Sta andando secondo i piani»
Massimo Manelli
Massimo Manelli

UDINE. Continua il piano di rilancio di Snaidero a opera del fondo IDeA Corporate Credit Recovery II. Il gruppo, leader italiano nella produzione e commercializzazione di cucine di design, annuncia infatti la cessione delle attività, delle operazioni e dei marchi tedeschi Rational, Regina e Mahlzeit by Rational al gruppo internazionale Bravat, con sede a Linden in Germania, tramite un’operazione di asset deal.

Acquisita circa 20 anni fa, dopo un iniziale periodo positivo l’azienda tedesca è divenuta uno dei principali problemi per il gruppo friulano delle cucine, ragione di perdite e uscite di cassa. Un problema che oggi si avvia a soluzione con la cessione annunciata dall’amministratore delegato di Snaidero spa, Massimo Manelli: «L’accordo con Bravat è per noi molto importante, perché elimina uno dei principali fattori di instabilità del gruppo, ma anche perché a Majano continueremo a produrre cucine per Rational».

Almeno per un triennio e con volumi che andranno da un minimo di 4mila a un massimo di 6mila cucine l’anno, per diminuire mano a mano che aumenteranno i volumi della produzione a marchio arancione. Nata nel 1963 come filiale tedesca del gruppo Rino Snaidero, Rational produce e commercializza cucine a livello internazionale, impiega una cinquantina di addetti e vanta un fatturato di circa 18 milioni di euro.

La cessione dell’asset al gruppo Bravat è stato firmato lo scorso 31 marzo (la cifra dell’operazione è riservata), mentre il closing, soggetto all’approvazione delle autorità tedesche, è atteso per i primi di maggio. A sentire Manelli, che guida il gruppo ormai da 2 anni e mezzo, da quando la quota di maggioranza di Snaidero è passata dalle mani del fondo IDeA Corporate Credit Recovery II, la vendita «rappresenta un forte e definitivo segnale di discontinuità rispetto alla gestione passata e consente di sostenere la crescita delle altre aziende e brand storici del gruppo».

Arthur Bonnet e Comera in Francia, Eurocucina nel Regno Unito e naturalmente Snaidero in Italia, realtà che danno lavoro complessivamente a quasi 700 persone di cui 360 a Majano. Il 2020 è stato un anno impegnativo per il gruppo, che ha dovuto fare i conti con lockdown, fermo della produzione e chiusura dei negozi. L’effetto della pandemia si è riflesso sul valore della produzione: il fatturato di Snaidero spa ha chiuso il 2020 a 54 milioni di euro (-12 rispetto al 2019), il consolidato a 106 (-20). Il rimbalzo di giugno e la forte accelerazione registrata fino a settembre non sono bastati a coprire le perdite.

«Il 2021? Sta andando secondo i piani. Siamo partiti abbastanza bene in alcune zone del mondo. In Cina, nei paesi asiatici in generale e negli Usa. Anche in Italia è andata bene fino a febbraio quando sono stati chiusi i negozi. Il panorama comunque è moderatamente positivo, ci aspettiamo una ripresa importante nella seconda metà dell’anno» fa sapere Manelli che annuncia d’aver rifatto il piano industriale al 2025: «Prevede un’accelerazione all’estero con il mantenimento delle posizioni in Italia e il posizionamento del prodotti sulla fascia medio alta. Come la dismissione di Rational testimonia, l’azienda sarà sempre più focalizzata sul made in Italy e sulla distribuzione estera».

Di esuberi (ne erano stati stimati un centinaio al tempo dell’ingresso di DeA) non si parla più. «Stiamo usando la cassa Covid che andremo a dismettere mano a mano che la produzione riprenderà e assorbiremo le persone in eccedenza con pensionamenti e prepensionamenti».

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