Somec più redditizia: «Al lavoro per migliorare l’efficienza del gruppo»

Il presidente dell’azienda trevigiana Oscar Marchetto sul rilancio dopo una fase difficile. «Già nel 2024 e ancora in questo 2025 importante creare un’adeguata generazione di cassa»

Riccardo Sandre
TREVISO - LA SEDE DI SOMEC A SAN VENDEMIANO
TREVISO - LA SEDE DI SOMEC A SAN VENDEMIANO

Somec ha chiuso il suo 2024 tornando alla redditività e crescendo in fatturato: raggiunti i 382,8 milioni (+3,2%). In termini di redditività, l’Ebitda adjusted ha raggiunto i 30,1 milioni, rispetto ai 18,2 milioni dello stesso periodo del 2023 (+65,5%).

Anche in riferimento all’utile le cose sono migliorate di molto rispetto all’anno precedente, quel 2023 quando la perdita era pari ad oltre 10 milioni. L’utile consolidato adjusted, è tornato in positivo per 4,8 milioni. Ma a fare un ottimo passo in avanti è stata anche la posizione finanziaria netta (ante Ifrs16) scesa di 24 milioni di euro in un solo anno: dai 60,1 milioni del 31 dicembre 2023 ai 36,1 milioni dell’anno successivo.

Risultati non scontati per un gruppo che nel 2014, anno in cui il patron Oscar Marchetto acquisì Somec, fatturava circa 25 milioni di euro, si componeva di una sola società, Somec appunto, e poteva contare su un singolo cliente, nel settore navale. Ora il gruppo Somec raccoglie una trentina di aziende di tre diverse divisioni (Horizons che si occupa di superfici continue in vetro e acciaio, Talenta che produce cucine e Mestieri che invece realizza prodotti artigianali e su misura) e lavora in due macro ambiti: il navale e il civile.

I due ambiti valgono attualmente circa il 50% ciascuno del fatturato complessivo del gruppo mentre Usa e Ue si contendono, alla pari, la palma di mercato di riferimento. «Negli anni siamo stati protagonisti di una crescita molto veloce» spiega Oscar Marchetto, presidente di Somec, «tramite una serie di acquisizioni che ci garantiscono il posizionamento strategico su cui possiamo ora contare. Ma rendere efficiente un sistema come il nostro non è scontato e il 2023 è stato un anno difficile: proprio in quell’anno sono andate a chiudersi una serie di commesse, ottenute prima del nostro ingresso, con marginalità basse. Questo ha appesantito una situazione che ci aveva visto, nel solo 2022 fare acquisizioni per oltre 60 milioni di euro per mettere a punto la nostra divisione Horizons. Già nel 2024 e poi ancora in questo 2025 abbiamo lavorato per efficientare il nostro sistema, creare quella generazione di cassa che ci ha permesso di ridurre drasticamente la nostra posizione finanziaria netta e di generare nel contempo la redditività che ci ha portato a un Ebitda da oltre 30 milioni di euro con Ebitda margin che sfiora l’8% contro il 5% scarso del 2023».

Un lavoro che proseguirà anche per tutto il 2025. «Attualmente possiamo contare su ordini per circa 744 milioni di euro e il settore crocieristico con cui lavoriamo, che vede i quattro principali operatori internazionali nostri clienti impegnati fino al 2032, promette una buona continuità anche per il futuro» continua Marchetto. «Per il 2025 tuttavia il nostro obiettivo non è tanto di crescere nel fatturato, quanto di lavorare ancora sull’efficienza, sulla performance reddituale delle aziende del gruppo e sull’utile consolidato di fine anno».

Ma pure in un periodo particolarmente difficile per i mercati occidentali, tra un’Europa stretta nella morsa della guerra in Ucraina e Stati Uniti resi incerti dalle politiche commerciali di Trump nei confronti del resto del mondo, il presidente di Somec si dice sereno. «La nostra azienda in Cunnecticut, Fabbrica Llc, di cui il gruppo Somec detiene attualmente il 75%, è una testa di ponte strategica in Usa dove possiamo contare su di un posizionamento “local” che apre molte strade» aggiunge il presidente di Somec. «Nel settore navale i grandi cantieri sono tutti fuori dagli Usa e i dazi non ci colpiscono, sebbene i committenti finali del settore siano molto spesso grandissimi player statunitensi. Nel settore civile, che ci ha visto protagonisti negli anni di grandi commesse per le principali università americane, non stiamo percependo rallentamenti o ripensamenti. Per quanto riguarda Mestieri, la divisione del lusso artigiano, va da sé che un aumento dei costi è riassorbibile soprattutto da clienti estremamente facoltosi come i nostri».

Riproduzione riservata © il Nord Est