Sostegno alla genitorialità, assist di Fincantieri alle giovani famiglie: asili nido in azienda

E’ stato firmato a Roma, presente il ministro Bonetti, un accordo tra l’azienda e le parti sociali che prevede l’attivazione, di diversi asili nido a supporto dei dipendenti. I primi due verranno aperti a Trieste e Monfalcone. 

La redazione

TRIESTE. In un settore come quello della cantieristica navale che vede al lavoro soprattutto uomini, Fincantieri si distingue per un intervento a sostegno della genitorialità, che ci si aspetterebbe forse da un impresa al femminile. E invece no. Il colosso triestino, che nell’ultimo triennio ha effettuato più di 1.400 assunzioni, soprattutto di giovani che hanno ulteriormente abbassato l’età media della popolazione aziendale, ha firmato a Roma, con le parti sociali e il ministro per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, un accordo per la realizzazione di una serie di asili nido aziendali.

Una decisione presa a valle di un sondaggio, realizzato tra i lavoratori per valutare l’interesse della proposta, che ha avuto un così forte e positivo riscontro da convincere Fincantieri ad andare avanti.

Il primo asilo nido aprirà così i battenti nei prossimi mesi, a Trieste, ospitato nell’ambito della Divisione Mercantili della società, e si chiamerà “Fincantesimo”. Il secondo invece interesserà il cantiere di Monfalcone e verrà inserito nell’ex Albergo Operai, che sarà oggetto di lavori tra le fine del 2022 e l’inizio del 2023, luogo simbolo del legame tra la società e il territorio. 

E non c’è due senza tre. Agli asili di Trieste e Monfalcone faranno seguito infatti strutture ulteriori, che verranno gradualmente attivate negli altri siti aziendali. 

Il costo del servizio sarà a carico dell’azienda, fatta salva una retta mensile, differenziata secondo fasce ISEE, che verrà sostenuta dai genitori dei bambini accolti nelle strutture. Per le famiglie che dovessero restare escluse dalla graduatoria di ammissione Fincantieri valuterà sostegni alternativi, mentre, in caso di domande inferiori alle disponibilità, gli asili nido verranno aperti alle comunità locali, comprendendo anche i figli dei dipendenti delle ditte dell’indotto.

Le firme in calce all’accordo sono quelle dell’Ad Giuseppe Bono, dei segretari generali dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil, Roberto Benaglia, Francesca Re David e Rocco Palombella, e del ministro Bonetti che ha dichiarato: «La firma di oggi tra Fincantieri e FIM, FIOM e UILM è un segno forte di quel cambio di passo che il Paese ha deciso di intraprendere investendo nelle famiglie, nella genitorialità e nel lavoro delle donne: un accordo strategico e di prospettiva che punta sulla costruzione di asili nido aziendali, sulla compartecipazione ai servizi educativi e sul monitoraggio degli obiettivi per garantirne il raggiungimento. Una scelta che va esattamente nella direzione tracciata in questi mesi dal governo con l’investimento nel PNRR di 4,6 miliardi di euro in asili nido e scuole per l’infanzia, con l’introduzione in legge di Bilancio dei Lep per gli asili nido e il fondo di 50 milioni per i progetti aziendali di rientro al lavoro delle donne dopo la maternità. L’armonizzazione dei tempi della vita familiare e del lavoro, l’assunzione di una comune corresponsabilità alla missione educativa verso le nuove generazioni, la promozione del lavoro femminile sono sfide cruciali per il futuro da affrontare in alleanza: iniziative come questa, che aprono strade condivise per rimettere al centro la persona nella sua dimensione integrale, sono azioni importanti che fanno concreta e credibile la fiducia e il gusto del futuro. Li costruiscono, per far crescere tutto il Paese».

Giuseppe Bono, Amministratore delegato di Fincantieri, ha commentato: «Il nostro obiettivo è di favorire l’equilibrio tra il lavoro e la vita privata, soprattutto permettendo alle donne di essere madri in ogni momento. Infatti, la riflessione da cui siamo partiti per la definizione del progetto è che la donna assolve almeno a tre compiti fondamentali: madre, lavoratrice e organizzatrice della vita familiare. Grazie a questo accordo sosterremo tutti i suoi ruoli, dando alla lavoratrice pari opportunità dei colleghi maschi e alla madre la possibilità di essere vicina ai propri figli anche mentre è al lavoro. Un contributo magari modesto, ma ci auguriamo significativo, poiché l’Italia ha assoluto bisogno di bambini e la nostra iniziativa vuole concorrere a risolvere in maniera tangibile e innovativa il problema della scarsa natalità».

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