Svolta di Carraro Group: dagli assali delle macchine agricole a quelli del jeep Ineos

L’accordo con Ineos Automotive Limited vale all’azienda padovana oltre 450 milioni di euro e ha un orizzonte temporale superiore ai 10 anni

PADOVA. Leader negli assali per le macchine agricole, ora si misura anche con il settore automotive. Entra nel mercato dal portone “più robusto”, quello delle auto offroad, la Carraro di Campodarsego. La multinazionale padovana è stata scelta come fornitrice degli assali per la nuova Grenadier, il progetto automobilistico di Sir Jim Ratcliffe.

Lui è l’uomo più ricco della Gran Bretagna grazie alla sua Ineos, colosso chimico da oltre 90 miliardi di dollari di fatturato e che spazia in moltissimi campi con 183 stabilimenti in giro per il mondo. Si dice che fosse amareggiato perché non trovava una 4x4 che riuscisse ad assecondare la sua voglia di "avventura". Ed ecco l’idea di crearsela da solo, ispirato dal Defender della Land Rover. Un investimento superiore al miliardo di euro per creare il fuoristrada 4X4 dei sogni.

Il progetto

Nasce così la Ineos Automotive Limited, stabilimento in Francia, ad Hambach. Per i motori si punta sul 6 cilindri Bmw da 3 litri, mentre gli assali sono stati disegnati dagli ingegneri di Campodarsego. Il Gruppo Carraro è stato scelto nel 2019 come partner tecnologico per lo sviluppo.

Da allora è iniziata la sperimentazione. Un accordo che vale per Carraro oltre 450 milioni di euro e con un orizzonte temporale superiore ai 10 anni. Per il progetto la società padovana ha investito 15 milioni di euro per l’acquisto di un nuovo stabilimento a Maniago, a fianco della controllata Siap, e l’installazione delle linee produttive.

«Questo intervento ci apre a un nuovo settore, quello dell’automotive e in particolare dei veicoli di nicchia – spiega Enrico Carraro, che presiede l’omonimo gruppo –. Crediamo anche in questo segmento di essere competitivi. Il prodotto realizzato è esclusivo per Grenadier, ma potrebbe aprirci lo sviluppo di soluzioni anche per altri. A regime dovremmo incassare dal progetto Grenadier una cinquantina di milioni di euro ogni anno: ci conforta il grande successo che questo fuori strada sta ottenendo presso il pubblico degli appassionati».

La filiera di Carraro per gli assali del Grenadier è composta per l’80% da aziende di Nordest e Lombardia.

Intanto sul fronte del fatturato il trend positivo del 2021 della Carraro dovrebbe confermarsi anche nel 2022. «Crediamo di poter confermare in linea di massima il buon andamento del primo semestre dell'anno - ha aggiunto Carraro - anche se lo shortage sui componenti e le materie prime a cui stiamo assistendo potrebbe per noi avere un costo a fine anno di alcune decine di milioni di euro. Dovremmo comunque chiudere l’anno a 600 milioni di fatturato. In percentuale possiamo dire che la difficile reperibilità dei componenti rischia di sottrarre all'azienda un 10% di fatturato a fine anno non riuscendo noi a capitalizzare una parte degli ordini previsti».

L’uscita dalla Borsa

Il 6 agosto scorso, a seguito di un’Opa, il titolo è uscito da Borsa Italiana. «Crediamo che l’uscita dalla Borsa sia positiva per il nostro sviluppo a medio termine e non abbiamo ricevuto contraccolpo alcuno in termini di fiducia da parte dei nostri clienti – prosegue Carraro -. Purtroppo il nostro settore non era particolarmente valorizzato in Borsa, dove si predilige il breve termine. Altri grandi gruppi come il nostro hanno deciso di lasciarla».

La multinazionale nata nel 1932 con le seminatrici sta già lavorando alla svolta elettrica. Storicamente nel campo agricolo le novità arrivano qualche anno dopo rispetto all’automotive. «Da tempo abbiamo dedicato a questo sviluppo una trentina di ingegneri, che stanno lavorando alla svolta green del nostro settore, ci faremo trovare preparati» prosegue Carraro.

Ora l'azienda mira a proseguire lo sviluppo industriale sia per linee interne che per acquisizioni. «Come dichiarato in tempi non sospetti stiamo continuando a guardarci intorno per procedere a nuove acquisizioni - conclude il presidente Enrico Carraro. - Il nostro obiettivo, oltre a proseguire con lo sviluppo interno, è quello di acquisire nuove competenze e tecnologie nell'ottica di un processo di modifica profonda delle motorizzazioni dell'automotive, un settore in cui gli ultimi segmenti a recepire le innovazioni, principalmente per motivi strutturali, sono i mezzi pesanti ai quali afferisce una parte maggioritaria del nostro business. In questo senso stiamo guardando ad aziende dotate di un know how innovativo nel settore degli assali, delle trasmissioni e della meccanica localizzate nelle tre macroaree dell'Europa, degli Usa e dell'Asia». 

Riproduzione riservata © il Nord Est