Territoriali di Confindustria, in Fvg assemblea unitaria per la manifattura del futuro

Riuniti a Pordenone i tre presidenti Zamò, Agrusti e Pozzo: non accadeva da oltre 10 anni. Al summit autunnale ci sarà anche un rappresentante degli industriali tedeschi

Maurizio Cescon
Pierluigi Zamò, presidente di Confindustria Fvg
Pierluigi Zamò, presidente di Confindustria Fvg

Non accadeva da più di 10 anni, dai tempi della presidenza Luci a Udine e Calligaris alla Regionale, che si trovassero tutti assieme i tre presidenti delle Confindustria del Friuli Venezia Giulia. Divergenze di vedute, talvolta aspri dissapori tra le realtà del territorio, il dualismo Friuli storico-Destra Tagliamento, avevano da molto tempo allontanato i protagonisti del mondo produttivo. Ieri è stata formalmente ricomposta la frattura, con la partecipazione, a Pordenone, al primo Consiglio di presidenza di Confindustria Friuli Venezia Giulia nel 2025 del numero uno di Alto Adriatico Michelangelo Agrusti, del neo eletto presidente di Udine Luigino Pozzo e, ovviamente del padrone di casa, il leader degli industriali regionali Pierluigi Zamò.

Sono stati gli stessi partecipanti al Consiglio a valutare in modo molto positivo l’esito del summit. Dalla riunione, che segna un nuovo corso delle relazioni tra le associazioni regionali, è emersa «piena convergenza sulla priorità di lavorare a progetti concreti a favore del tessuto imprenditoriale regionale poiché le sinergie sono doverose e perché abbiamo le potenzialità per rendere questa Confindustria un esempio per tutto il Paese».

La volontà di cooperare a un progetto comune, partendo dalla condivisione dei contenuti, si è sostanziata nella decisione di organizzare un’assemblea pubblica unitaria il prossimo autunno (probabilmente a ottobre) a Trieste, incentrata sulle tematiche industriali e sulle prospettive di sviluppo della manifattura del Friuli Venezia Giulia. L’obiettivo è quello di far discutere esperti di livello nazionale e internazionale, con grandi competenze su temi specifici, ma anche di avere come ospite un rappresentante degli industriali della Germania, proprio per la stretta integrazione del settore manifatturiero del Nord Est, a partire dalle forniture automobilistiche e di macchinari, con il colosso produttivo tedesco che, da un paio di anni a questa parte, sembra aver perso la spinta propulsiva.

Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico
Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico

«L’idea è di modellare i contorni del sistema manifatturiero del prossimo decennio, parlando di manodopera, tecnologie e costi di produzione - spiega il presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti - . Auspichiamo che ci sia la presenza degli industriali tedeschi, visto che il livello di integrazione del Friuli Venezia Giulia con il loro sistema produttivo è molto alto. Vorrei sottolineare la valenza dell’assemblea unitaria che faremo in autunno, noi e Udine sotto l’egida di Confindustria Fvg: non è mai accaduto prima. Questo dimostra che stiamo lavorando insieme in un clima straordinariamente positivo».

«Ci sono vari temi su cui discutere - afferma il leader degli imprenditori udinesi Luigino Pozzo - . La valorizzazione e lo sviluppo del territorio è la priorità. Con l’assemblea unitaria possiamo rappresentare un bell’esempio a livello nazionale, concentrando in una giornata ragionamenti di sintesi, che comportano un modo di agire in prospettiva per i prossimi anni su innovazione, costi di produzione, sicurezza, energia e quant’altro».

Luigino Pozzo, presidente di Confindustria Udine
Luigino Pozzo, presidente di Confindustria Udine

Tra gli argomenti di cui si è parlato nella riunione del Consiglio di ieri, anche sicurezza in fabbrica e costi energetici. «Quella dell’energia - osserva Agrusti - è una questione critica e attuale, tra pochi giorni faremo un tavolo di lavoro con il responsabile di Confindustria nazionale Aurelio Regina». «Il problema in Italia è molto importante - conclude Pozzo - mediamente paghiamo la bolletta il 50, 60% in più rispetto ai competitor europei. Riaprire i rubinetti del gas russo dopo la tregua in Ucraina, come ha ipotizzato il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin? Sono decisioni che spettano alla politica, noi ci auguriamo che sia aperto un tavolo di discussione su questi argomenti, ridurre i costi per le aziende è assolutamente vitale».

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