Una filiera digitale dell’export. Sì di Benetton al Porto di Trieste

Il Gruppo di Ponzano protagonista della prima spedizione di merci al proprio hub in Turchia attraverso un sistema digitale che ha messo in rete azienda, trasportatore, Autorità portuale, dogana

Ulrich Schepp
Ulrich Schepp

TREVISO. Un progetto pionieristico fortemente ambizioso: digitalizzare le esportazioni mettendo in collegamento azienda produttrice, trasportatore, Agenzia delle Dogane, Autorità Portuale...

Letteralmente un mare di carte che scompare accorciando i tempi, efficientando il sistema, senza perdere informazioni che - per di più - restano “blindate” grazie alla blockchain, e avendo certezze su tempi e tracciabilità delle merci.

Nel solco delle imprese leader, quelle in grado di innovare per prime e trasferire innovazione, il Gruppo Benetton ha scelto di essere parte di questo progetto, insieme alle Dogane, all’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale (e il Porto di Trieste è oggi l’unico davvero digitale del Paese) e Accudire Srl.

Oggetto: la spedizione di merce via camion ro-ro dallo stabilimento Benetton all’hub dell’azienda in Turchia attraverso un sistema digitale di gestione del preavviso dell’arrivo delle merci in porto con la dematerializzazione della lettera di vettura internazionale grazie alla piattaforma tecnologica di Accudire.

I dettagli del progetto sono stati presentati ieri a Trieste nel corso della prima conferenza dedicata al rilancio dell’export italiano attraverso la digitalizzazione delle filiere globali. «Devo dire - ha spiegato il direttore logistico di Benetton, Valentino Soldan - che la Pubblica amministrazione ha compreso le esigenze delle imprese», comprese quelle di un gruppo, come quello di Ponzano, con 81 mercati di riferimento nel mondo e necessità stringenti di essere agili, di semplificazione, efficienza, attenzione ai costi, certezze sui tempi «che sono le condizioni indispensabili per competere».

La digitalizzazione è la via per semplificare, e la tecnologia «oggi ci consente di avere certezza di tutte le informazioni», ha aggiunto Maurizio Montemagno, direttore centrale della Direzione Dogane.

Sui vantaggi dell’innovazione digitale del Porto di Trieste si è soffermato Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità Portuale, spiegando che consente di disciplinare gli accessi «evitando le code di camion all’ingresso o il congestionamento delle banchine, e assicurando il controllo sulle merci».

L’esperimento si è concluso con successo. Non tutto è ancora stato risolto, la bolletta di importazione viaggia ancora su carta, l’incasso dei crediti è legato ancora alle firme su un modulo, le procedure non sono uniformi in tutti i Paesi, ma - è l’opinione condivisa - non può esserci un’altra strada. E l’“Italy smart export” è l’occasione per il sistema produttivo di essere ancora più competitivo.—

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