Universiis sopra i 108 milioni. «Ora un piano per crescere»

La cooperativa sociale ha approvato il bilancio 2022 che chiude in utile. Il neopresidente Alberto Vacca: «Abbiamo obiettivi ambiziosi per il futuro»
Elena Del Giudice
La sede di Universiis
La sede di Universiis

È una delle principali realtà nazionali del settore, con 3 mila 600 dipendenti in tutta Italia (un migliaio solo in Friuli Venezia Giulia, tra Trieste, Udine e Pordenone), che opera nella gestione di strutture per anziani, disabili e minori garantendo servizi a circa 12.600 utenti. Parliamo di Universiis, la cooperativa sociale con sede a Udine, che ha appena approvato il bilancio e rinnovato il consiglio di amministrazione. I numeri fotografano una realtà in crescita, con un valore della produzione che supera i 108 milioni di euro con una variazione del +10 per cento rispetto all’esercizio precedente, un utile netto di 289 mila euro mentre il margine operativo lordo segna +77,37 per cento, passando dai 2,95 milioni del 2021, a 5,24 milioni del ’22.

L’assemblea dei soci (dei 3.600 addetti il 60% sono soci lavoratori) oltre ad aver approvato i conti ha anche eletto il nuovo Cda che vede Alberto Vacca (che della coop era già amministratore delegato) nel ruolo di presidente, Andrea Pez di vicepresidente, e Andrea Della Rovere (che ha guidato la società negli ultimi dieci anni), Alessandro Burini, Cristina Pizzulin, Maria Cristina Savona e Susanna Medves, consiglieri.

Alberto Vacca
Alberto Vacca

La cooperativa sociale ha festeggiato i suoi primi 30 anni consolidando, anno dopo anno, una presenza importante in regione e allargando il proprio raggio d’azione ad altre regioni. Sono otto, infatti, quelle in cui è presente: Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Calabria e Sardegna. Archiviato il 2022, Universiis pianifica il futuro che non sarà «nè privo di sfide - sottolinea il neo presidente Alberto Vacca - nè di opportunità. Le sfide - spiega - sono legate ai cambiamenti attesi rispetto alle politiche sanitarie e dei servizi socio-assistenziali, che a noi richiedono, operando in tante regioni diverse, una conoscenza approfondita delle singole normative, mentre le opportunità che immaginiamo sono molte, ma entreremo nel dettaglio con il piano industriale che stiamo definendo e che presenteremo nei prossimi mesi».

Pianificando la crescita la immaginate per linee interne o anche per linee esterne? «Pensiamo di poterci muovere su entrambe le direttrici - risponde Vacca -, non escludendo acquisizioni di aziende o rami d’azienda, o di strutture, ma di più al momento non posso anticipare».

Non abbiamo parlato di appalti e di gare che ancora oggi si giocano troppo sulla componente “prezzo” e il massimo ribasso. «È un meccanismo dal quale ci chiamiamo fuori: se i parametri non sono equi e se le condizioni di partenza sono tali da non consentire una remunerazione corretta, noi non vi partecipiamo - risponde il presidente -. Se poi lei mi chiede se non sarebbe ora di rivedere i meccanismi, le rispondo di sì, il sistema andrebbe cambiato».

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