Veneta Cucine, fatturato su in doppia cifra: «Col fondo Aurora per avanzare ancora»

Denise Archiutti: «La casa è una priorità degli italiani, stiamo cogliendo le opportunità di un mercato in forte espansione»
Fabio Poloni

Anche l’anno nero del Covid si è chiuso con una crescita di fatturato, seppur minima. Ora Veneta Cucine punta ad aumentare i propri volumi d’affari di una percentuale in doppia cifra, in questo 2021 «in cui come azienda, e come settore in generale, abbiamo colto questo rimbalzo», nelle parole di Denise Archiutti, consigliere di amministrazione di Veneta Cucine Spa.

La ripartenza

Fondata nel 1967 a Roncade, l’azienda è oggi uno dei nomi più importanti del settore, impiega oltre 600 persone e conta 300 negozi monomarca e piu di 700 rivenditori in tutto il mondo. Nel 2020 Veneta Cucine ha realizzato un fatturato di circa 223 milioni di euro, superiore al 2019 – seppure di poco – nonostante la pandemia «e nonostante un mese e mezzo di stop quasi assoluto causa Covid, la provincia di Treviso è stata tra le prime a fermarsi», ricorda Archiutti. Ora è tempo di ripresa, e i numeri lo certificano: «Prevediamo un aumento di fatturato tra il cinque e il dieci per cento nel corso del 2021 – dice ancora Archiutti – per gli italiani la casa si conferma in cima alle proprie priorità, e in quest’emergenza molti hanno colto l’opportunità di sistemare la propria abitazione, oppure di fare il grande passo e cambiarla. Dopo il lockdown c’è stato un vero rimbalzo che abbiamo saputo cogliere».

La crisi delle forniture

Il rovescio della medaglia è quello che sottolineano moltissimi imprenditori, non solamente nel settore del legno e arredo: «L’emergenza attuale – dice Archiutti – è rappresentata dalla difficoltà nel reperire le materie prime e nel fronteggiare l’aumento dei prezzi. Non c’è solo speculazione, dietro questo fenomeno: è un problema strutturale di carenza di offerta per molteplici ragioni».

Si allungano i tempi di consegna? «Al momento no, lo scorso anno è stato una buona palestra, ci siamo organizzati per gestire i volumi maggiori di richieste. Certo, se questa crisi delle materie prime dovesse prolungarsi e intensificarsi...». Una delle conseguenze, secondo Archiutti, è che «ci sarà un ripensamento da parte di chi ha trasferito la propria produzione all’estero. La nostra, per quanto riguarda il mobile, è prevalentemente italiana o comunque europea».

L’ingresso del fondo

Diploma di liceo classico al Pio X di Treviso, laurea in economia e legislazione per l’impresa alla Bocconi, Denise Archiutti, figlia del fondatore Giacomo Carlo, è nel board di Veneta Cucine da giugno del 2006, dopo un’esperienza di quattro anni e mezzo in Pricewaterhouse Coopers con il ruolo di senior.

È anche delegata al coordinamento tecnico del gruppo legno arredo di Confindustria Veneto dal 2017, dopo esser stata sei anni presidente dello stesso gruppo in Unindustria Treviso. Le chiediamo cosa rappresenti per l’azienda l’ingresso del Fondo Aurora, che nelle scorse settimane ha rilevato il trenta per cento delle quote: «Rappresenta la volontà di continuare a crescere, in Italia e all’estero». Italia che vale il 70% del fatturato.

L’operazione

L’acquisto è avvenuto dagli attuali soci Veneta Cucine Holding, Immobiliare Europa 2000, Finres e Arché. L’acquisizione è stata perfezionata da NB Aurora mediante il veicolo d’investimento V Club Spa che sarà detenuto dalla controllata NB Aurora Holdings con una partecipazione di almeno il 64,8% e per il restante 35,2% dai co-investitori.

Dionisio Archiutti, vicepresidente di Veneta Cucine, ha sottolinea come l’operazione rappresenti «un’opportunità di crescita nella continuità della gestione familiare, dove centrale rimane il ruolo della clientela con la quale si rinsalderanno ancora di più i già stretti rapporti commerciali, sempre con attenzione all’innovazione tecnologica».

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