Venezia celebra i novant'anni di Lino Cazzavillan

Proprietario di alberghi e bar in piazza San Marco, polemico e lungimirante, in prima linea nelle battaglie per la città: il ritratto di uno dei più importanti imprenditori locali degli ultimi decenni

VENEZIA. Novant’anni. Lui è uno dei più grandi imprenditori veneziani degli ultimi decenni. Uomo “fatto da sè”, che ha accumulato una fortuna senza aiuti. Arrivato giovedì al traguardo importante. Lino Cazzavillan è stato festeggiato in casa dai parenti. Con le attenzioni imposte dal Covid. E la gioia di essere, alla sua età, un imprenditore ancora in piena attività. «Ieri pensava alle sue aziende e ai dipendenti, in questo momento di difficoltà», dice il genero Michele.

Un’ impronta inconfondibile nell’imprenditoria veneziana, quella di Cazzavillan. Polemico e battagliero, autore di campagne e ricorsi, lungimirante e sempre attento alla «Venezianità» dei suoi locali. La sua fortuna nasce con investimenti azzeccati e anche qualche vincita al Totocalcio, di cui era un grande appassionato. Il suo bar in piazza San Marco vicino allo storico Bar Americano non a caso si chiama «Totobar». Un fiore all’occhiello che qualche anno fa ha dovuto lasciare.

«Non potevamo pagare 50 mila euro al mese per l’affitto di un magazzino!», aveva denunciato in una intervista alla Nuova. Il simbolo di Cazzavillan è l’hotel Cavalletto di Bacino Orseolo. Ma anche l’hotel Rialto, il Bella Venezia e altri. Suo «studio» il ristorante alla Colomba, tra la Frezzeria e l’ex cinema Centrale. Ritrovo di artisti, luogo di incontri culturali.

Cazzavillan ha la fama di uomo ruvido e burbero. Molto spesso in polemica con l’economia “assistita” della città. Da solo, tenta spesso scalate difficili. Come quella per comprare l’ex Pilsen, in Bacino Orseolo, messa in vendita dal Comune. Ci vogliono 40 milioni di euro, e lui li trova in poche settimane. Ma poi l’affare sfuma e finisce in una serie di cause con il Comune che l’aveva venduta alla società di Piero Coin. Oggi l’ex Pilsen è diventata la sede dei negozi Zara, abbigliamento. «Eppure a noi avrebbe fatto comodo», spiegava seduto nella terrazza del propsiciente hotel Cavalletto di bacino Orseolo. Adesso col senno di poi forse è stato un bene. Le stanze sono vuote, siamo preoccupati».

Una figura importante per l’economia veneziana, quella di Cazzavillan, presidente della Marciana Finanziaria e della Mobiliare veneta. Sei anni fa il grande dolore per la perdita del figlio Guido, docente di Ca’ Foscari e promessa internazionale dell’Economia. Per onorarne la memoria, Cazzavillan ha istituito due borse di studio a lui intitolate, a Ca’ Foscari.

Un personaggio dai giudizi netti e a volte taglienti. Cultura di centro, mai agganciato alle cordate dei potentati veneziani. Sempre in primo piano quando si trattava di spendersi nelle campagne per Venezia. Contro l’acqua alta a San Marco, contro le operazioni finanziarie dove a vincere erano quasi sempre gli imprenditori venuti da fuori e preferiti dalla politica. Lo potevi trovare molto spesso seduto all’Harry’s Bar di San Marco, insieme al suo amico Arrigo Cipriani.

A parlare di economia, di politica, del futuro della città. Una vita vissuta coraggiosamente. E adesso, a 90 anni ormai compiuti, Cazzavillan non ha alcuna intenzione di appendere il remo al chiodo. Pensa ai suoi dipendenti, e a come affrontare al meglio la situazione che si profila sempre più difficile Per un inverno che si annuncia senza turisti o quasi. Auguri maestro Cazzavillan! —

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