Venezia sceglie Pilosio. I ponteggi “invisibili” per Palazzo Ducale
Le soluzioni innovative dell’azienda friulana in Piazza San Marco. Il ceo Parisotto: «In due anni abbiamo triplicato gli occupati»

Tecnologia, innanzitutto, ma non solo. Anche la capacità di definire soluzioni innovative e sicure, utili a contemperare interessi diversi, come quello di realizzare le opere e allo stesso tempo non “nascondere” edifici di pregio come il Palazzo Ducale di piazza San Marco a Venezia. Questo il mix vincente messo in campo da Pilosio, l’azienda di Tavagnacco fondata nel 1961 e rilevata nel settembre 2021 da Nereo Parisotto, imprenditore trevigiano che ha rilanciato l’azienda che, in meno di un anno, è passata da 35 a 90 dipendenti.
Palazzo Ducale è oggetto di interventi di restauro che, in questo caso, non prevedono la “copertura” dell’edificio. Piloso infatti ha progettato e realizzato un sistema integrato che evita che la facciata venga nascosta alla vista dei turisti. Grazie a piani di lavoro elettrici autosollevanti i tecnici restauratori della Lares (l’azienda incaricata dei lavori) hanno potuto operare in sicurezza su centinaia di metri e guglie sulla sommità, sulle facciate che danno sulla pazza e sul Molo e sulle finestre gotiche del sottotetto. Nello specifico, sono stati installati quattro ponteggi elettrici autosollevanti che garantiscono un impatto visivo ridotto, molto inferiore a strutture tradizionali. Ma non è l'unico vantaggio, come ricorda Francesco Di Monaco, responsabile commerciale sistemi di sollevamento Pilosio: «Dovendo lavorare in una città particolare come Venezia, con fondamenta fragili, numerosi vincoli e in cui gli spostamenti avvengono via acqua o a piedi, il ponteggio elettrico ha permesso di diminuire il numero di elementi da trasportare». Ridotta anche l’occupazione di spazi a terra «che è data solamente dalle basi con gruppo motore, consentendo al personale di salire e scendere con i propri attrezzi in maniera veloce, sicura e senza sforzo».
Studiati nel dettaglio «gli ancoraggi in acciaio inox e speciali resine, pensati per non danneggiare un manufatto artistico delicato e di valore inestimabile, ma in grado di resistere alle raffiche di vento frequenti nella città di Venezia». Disegnato ad hoc «il piano di calpestio in multistrato marino trattato antisdrucciolo».
Nelle tre diverse fasi di montaggio, gli addetti di Pilosio, oltre a scale a rampa e montacarichi per portare persone e materiali “in quota”, hanno collocato anche ponteggi sospesi e a sbalzo, a servizio delle lavorazioni nella parte superiore delle pareti, sul cornicione e sui merli della copertura.
Pilosio ha fornito anche i ponteggi per il restauro delle guglie e dei merli della corte interna, ed è stata collocata la protezione di cantiere Secur-Blind Pilosio di fronte al Museo Correr e al Campanile di San Marco: un sistema innovativo che ha consentito di offrire, agli occhi dei turisti, dei pannelli con migliore resa estetica, rispetto alle recinzioni standard, e il passaggio della luce naturale per chi lavora all’interno.
«In questi due anni abbiamo rilanciato Pilosio nel mondo - è la considerazione di Nereo Parisotto -, ma Venezia riveste un’importanza particolare. È un luogo magico ma anche molto fragile. Necessita di restauri ma deve essere lasciata visibile ai milioni di turisti che ogni anno arrivano per ammirarne le peculiarità e bellezze». Per questo è stata scelta Pilosio che «ha altri progetti interessantissimi in fase di sviluppo» per il futuro prossimo.
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