Vertenza Gas jeans: scende in campo il patron di Gaudì, Stefano Bonacini

Bonacini, riferiscono a Nordest Economia fonti qualificate, sarebbe uno dei potenziali offerenti oltre a Walter Maiocchi

Roberta Paolini Maura Delle Case
Luigi Pica
Luigi Pica

CHIUPPANO. Alla porta di Gas, il marchio di abbigliamento casual che appartiene al Gruppo Grotto, bussa anche Stefano Bonacini, il patron di Gaudì, ex presidente del Carpi Calcio. L’uomo che da zero ha creato un suo stile casual ormai internazionale. Bonacini, riferiscono fonti qualificate, sarebbe uno dei potenziali offerenti oltre a Walter Maiocchi, l’imprenditore bellunese, come noto, si è reso disponibile a formulare un'offerta per il salvataggio dell'azienda, conosciuta per il marchio di denim e abbigliamento Gas.

Stefano Bonacini, fondatore di Gaudì
Stefano Bonacini, fondatore di Gaudì

Che ci fossero altri papabili cavalieri è stato confermato a Il Giornale di Vicenza dallo stesso amministratore unico Cristiano Eberle. Vincolando, ovviamente, la formulazione dell’offerta all'accesso dei dati societari per avere contezza della situazione. Gas ha una possibilità. 

Eberle, riferisce Il Giornale di Vicenza, ha ammesso l’esistenza di altri offerenti. «Abbiamo dei vincoli di legge legati al concordato e siamo sottoposti ad accordi di riservatezza. Maiocchi ha scelto di rendere pubblico il suo interesse per l’azienda, noi non avremmo potuto fare il suo nome. Possiamo dire che c'è interesse anche da parte di altri soggetti, ma non possiamo rendere note le interlocuzioni» ha detto Eberle.

«La manifestazione di interesse è un punto di partenza. Per la mia esperienza molte si concretizzano in offerta e altre no» ha aggiunto, precisando tuttavia che al di là delle manifestazioni «per chiedere al giudice la possibilità di presentare un nuovo piano di concordato bisogna avere il benestare del maggiore creditore DeA che non ha votato il precedente. E quindi la valutazione di nuove offerte non dovrà andare bene a noi, ma a DeA. Solo in quel momento si potrà dire che l’azienda può essere salvata».
Cosa intenda fare DeA al momento non è dato saperlo, nella precedente proposta concordataria l’assenza di voto da parte della società detentrice della maggioranza assoluta del credito di Gas ha aperto le porte al fallimento dell’azienda di Chiuppano.
La società finanziaria in una lettera inviata ai lavoratori di Gas all’indomani della notizia dell’interesse di Maiocchi aveva sottolineato la disponibilità a incontrare i rappresentanti dei lavoratori al tavolo ministeriale “per la ricerca di soluzioni che possano concretamente mirare al salvataggio dell’azienda. Noi abbiamo sempre dato la nostra disponibilità alla società e ai suoi professionisti ma fino ad oggi senza esito”, aveva concluso la lettera non prima di ricordare le aziende messe in sicurezza, assieme alla forza lavoro, nel corso degli ultimi anni: dalle Cartiere Paolo Pigna a Snaidero e Targetti.
Vedremo se la partita su Gas potrà davvero andare ai calci di rigore, perché i supplementari sono già scaduti da un pezzo.

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