Vino, giacenze in leggero calo, ma in cantina c’è una vendemmia

A marzo nelle aziende di tutta Italia fermi 53 milioni di ettolitri, record in Veneto. Tra le varietà più stoccate ci sono Prosecco Dop, Puglia e Toscana Igp. A livello provinciale in testa Verona e Treviso, seguite da Cuneo e Siena

Maurizio Cescon

 

Sono in leggero calo le giacenze di vino in Italia. Ma nelle cantine del Belpaese ci sono ancora (dati di marzo 2025) 53 milioni di ettolitri di bianchi, rossi, rosati e spumanti oltre ai mosti, vale a dire ben di più dell’intero quantitativo di vino che si produce durante una vendemmia. E l’ultima raccolta, quella del 2024 con i suoi 43 milioni di ettolitri, ha segnato una ripresa della produzione rispetto al 2023, l’annata più scarsa dal dopoguerra a oggi, con appena 38 milioni di ettolitri. Una situazione, nel complesso, che resta di incertezza e con quantitativi ingenti di vino fermo nei magazzini e nelle cisterne, nonostante l’impennata di vendite con destinazione Stati Uniti da gennaio a oggi. I distributori di oltreoceano hanno provveduto a fare scorte prima dell’introduzione dei dazi Usa, che comunque sono stati al momento sospesi dal presidente Trump per 90 giorni.

Lenta dunque la diminuzione degli stock di vino nelle cantine. I quantitativi presenti nei registri telematici, dopo un’annata 2024 che ha segnato un recupero produttivo, rispetto a un 2023 molto scarso, ammontano, come detto, a quasi 53 milioni di ettolitri. Ben oltre i quantitativi che si producono con una sola vendemmia, a cui vanno aggiunti 4 milioni di ettolitri di mosti. La variazione sui vini rispetto un anno fa (marzo 2024) è del -0,7%, mentre è del -4,5% rispetto al mese di febbraio, secondo i dati di Cantina Italia, report curato dall’Icqrf.

Il bilancio complessivo

Il 58,6 per cento del vino è detenuto nelle regioni del Nord Italia, prevalentemente nel Veneto (dove è presente oltre il 26% di tutto il vino nazionale). Il 55% è a Dop, il 26,1% a Igp, i vini varietali costituiscono appena l’1,3% del totale, mentre il 17,6% è rappresentato dai vini comuni. Nel dettaglio, i prodotti a Denominazione di origine protetta contano giacenze per 29 milioni di ettolitri e il loro calo è dell’1,3% su base annua (-4,2% su febbraio 2025). In particolare, i vini bianchi perdono il 3% (13,84 milioni di ettolitri), i rossi sono a +0,2% (14,29 mln/hl con -3% su base mensile) e i rosati aumentano del 3 per cento, a quota 907 mila ettolitri. Stabili i vini a Indicazione geografica protetta, a 13,8 mln/hn sull’anno (-5,8% mensile), e anche i vini da tavola che si stabilizzano a 9,3 milioni di ettolitri (-4% rispetto a febbraio 2025). In sensibile calo i mosti: -9,5% sull’anno e -9,7% rispetto a febbraio scorso.

Regioni e province

Veneto (13,9 mln/hl), Toscana (6,1), Emilia Romagna (5,7), Puglia (5,5), Piemonte (4,4) e Sicilia (2,9) sono le regioni con i maggiori quantitativi di vini in giacenza nella top 10 delle regioni italiane. Seguono Abruzzo (2,5), Lombardia (2,4), Trentino Alto Adige (2,3) e Friuli Venezia Giulia (1,9 milioni di ettolitri). Considerando le province, Treviso e Verona (sommate raggiungono il 20,3% del totale) hanno un peso specifico maggiore rispetto a Cuneo e Siena che le seguono. Altre province del Nord Est in questa graduatoria sono Trento con il 3,3% delle giacenze e Venezia con il 2,5%.

Vini dop e igp

Con oltre 5 milioni di ettolitri, la Dop Prosecco è la denominazione che ha i maggiori stock tra i vini italiani, segue la Igt Puglia (1,94 milioni di ettolitri), la Igt Toscana (1,76 mln/hl). Poi la Dop Chianti (1,37 mln/hl), l’Igt Veneto (1,35 mln/hl), la Dop Pinot grigio Delle Venezie (1,35 mln/hl), l’Igt Salento (1,27 mln/hl), la Dop Sicilia (1,22 mln/hl), la Dop Montepulciano d’Abruzzo (1,2 mln/hl) e, al decimo posto, la Igt Terre Siciliane (1,1 milioni di ettolitri). Tra le altre denominazioni, troviamo il Chianti Classico a 844 mila ettolitri, il Franciacorta a 692 mila hl, il Primitivo di Manduria a 629 mila hl e il Barolo a 567 mila ettolitri in stock, sempre al 31 marzo 2025.

La serie storica

Sono stati il 2021 e il 2022 gli anni record per quanto riguarda le giacenze di vino in Italia. Nel 2021, prima della corsa all’acquisto nei ristoranti e nelle enoteche, dopo le chiusure causa pandemia da Covid, ci furono 61 milioni di ettolitri fermi nelle cantine, mentre l’anno dopo si raggiunsero i 65 milioni di ettolitri. Il calo è cominciato nel 2023 (59,3 milioni di ettolitri) e proseguito nel 2024 (56,9 mln/hn), per arrivare ai 53 attuali. Vediamo adesso quale sarà l’evoluzione, anche alla luce del momento difficile del vino, tra calo dei consumi e tariffe internazionali che ostacolano l’export.

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