Vino vegano, la domanda raddoppia e la produzione pure
La Cantina produttori di Ramuscello e San Vito è il primo produttore di vino vegano del Friuli Venezia Giulia. Nel 2022 imbottigliati 10 mila ettolitri

La materia prima è l’uva certo, eppure il vino non si può considerare un prodotto vegano a meno di non seguire un rigido protocollo di certificazione predisposto dal Ceviq che attesti l’assenza di elementi di origine animale che sì, possono essere presenti anche nel vino. Quali?
Una via che ha deciso d’intraprendere, con soddisfazione, la Cantina produttori di Ramuscello e San Vito che dal 2021 al 2022 ha visto raddoppiare la produzione di vino vegano, passando da 5.400 ettolitri imbottigliati a 10mila ettolitri. Quantità che, seppur piccole (benché prime in Fvg), certificano l’esistenza di un mercato in crescita e di una sensibilità dei consumatori verso le produzioni, anche enologiche, prive di elementi di origine animale.
«Da molti anni la nostra Cantina cooperativa – spiega il presidente Gianluca Trevisan – è impegnata sulla costante ricerca della salubrità, sia delle uve che dei vini prodotti. Oltre al vino vegano, lo scorso anno abbiamo ottenuto anche la certificazione per la produzione del vino biologico. Inoltre, l’80 per cento dei nostri soci aderisce volontariamente alla difesa integrata seguendone scrupolosamente il disciplinare ministeriale».
Sul tema della sostenibilità ambientale, la Cantina rivendica una storica attenzione, come del resto alla sensibilità dei consumatori e alle esigenze delle aziende. «Per questo - continua Trevisan - abbiamo intrapreso un percorso di assistenza tecnica in campagna, fatta di controlli e verifiche, che dovrebbe portarci all’obbiettivo di un vino a “residuo zero”».
La cantina certifica come vino vegano il Pinot grigio, il Prosecco, il Merlot, la Ribolla Gialla e il Refosco dal Peduncolo Rosso. «Stiamo parlando è un mercato in crescita – conferma il direttore della Cantina, Rodolfo Rizzi -, al quale noi dedichiamo circa il 20 per cento della nostra produzione e che dalle nostre previsioni e è destinato ad aumentare ancora negli anni futuri. I principali imbottigliatori oggi sono dislocati nel Nord Italia, ma il nostro vino vegano viene già distribuito in tutta la Penisola».
Il protocollo di certificazione è stato predisposto dal Ceviq (Certificazione Vini e Prodotti Italiani di Qualità) che ha provveduto, nei giorni scorsi, a consegnare il documento ufficiale alla Cantina. Per ottenere la certificazione, con la menzione a produttore di “vino vegano”, la cantina e i suoi soci devono ottemperare a un rigido protocollo evitando qualsiasi contaminazione con prodotti di origine animale e i relativi derivati. Bando dunque a ingredienti, che possono essere usati nella vinificazione per stabilizzare e chiarificare il prodotto e che vanno sostituiti con estratti d’origine vegetale. Vietato il letame per concimare e le colle, a base di caseina, per etichettare le bottiglie Per ottenere la certificazione vegana infine il vino deve essere analizzato da un laboratorio accreditato che stabilisca l’assenza totale dal prodotto di Dna animale.
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