Wärtsilä lancia a Trieste l’Opificio digitale:progetto da 13 milioni
Campus cofinanziato da Mise e Regione per le Pmi con Area Science all’interno del colosso motoristico: «Vogliamo creare una filiera 4.0»
TRIESTE. Fabbriche sempre più digitali e automatizzate. Siamo allo stadio evolutivo della robotizzazione dove il posto di lavoro diventa “postazione digitale” in grado di scambiare informazioni a migliaia di chilometri di distanza creando filiere industriali.
La fabbrica 4.0 diventa motore di sviluppo per le Pmi allargando cioè l’innovazione a tutta la supply chain. La macchina utensile, robot o postazione fisica di lavoro grazie agli algoritmi e all’intelligenza artificiale, scambia informazioni con l'operatore e traccia l'avanzamento della produzione. É questo lo scenario che racconta il progetto Opificio digitale (Smart manifacturing ecosystem) un acceleratore della trasformazione del settore manifatturiero lanciato a Trieste dal colosso finlandese Wärtsilä Italia, Area Science Park, Teorema EY e Cnr: «È un progetto strategico e visionario. Vogliamo dare impulso alla creazione di un ecosistema manifatturiero, guidato dalle competenze di una grande azienda come Wartsila», spiega Stefano Casaleggi, numero uno di Area Science Park.
In ballo un investimento da 13 milioni finanziato dal Mise (per 5,77 milioni), dalla Regione e dai partner del progetto nell’ambito del programma nazionale Impresa 4.0. Si tratta di uno dei 16 accordi firmati dall’allora ministro Patuanelli per l’innovazione e lo sviluppo che nel 2020 ha stanziato 204 milioni per le Regioni. Andrea Bochicchio, presidente di Wärtsilä, spiega che all’interno dello stabilimento triestino nascerà un mini Campus dove le Pmi del territorio interagiranno e condivideranno competenze e tecnologie con università, centri di eccellenza e aziende: «Vogliamo applicare all’intera filiera i principi che hanno trasformato dal 2016 Wärtsilä Italia in una fabbrica innovativa». Bochicchio si riferisce alla trasformazione digitale dello stabilimento triestino di Bagnoli Della Rosandra che su scala europea è in stretta connessione con lo Smart Technology Hub del colosso mondiale della motoristica che ha sede a Vaasa in Finlandia: «Il progetto farà nascere a Trieste un ecosistema delle nuove filiere 4.0 in una logica di integrazione open source a vantaggio delle piccole e medie imprese».
Luca Manuelli, presidente del sistema dei cluster tecnologici nazionali, ricorda che Opificio Digiale punta ad ampliare la sua operatività al sistema del Cluster Comet che coordina le iniziative per lo sviluppo della filiera metalmeccanica regionale. «Opificio Digitale renderà disponibili le tecnologie e chiederà agli imprenditori di formare il proprio personale: si realizzerà così un ecosistema fatto prima di tutto di persone, innovazione in fabbrica e di filiera, e soprattutto di una nuova cultura industriale», sottolinea Stefan Wiik, membro del board director di Wärtsilä che spiega come il gruppo guardi a Trieste con speciale interesse: «Vogliamo creare un indotto tecnologico che riproduca il nostro ecosistema industriale, di cui l’Italia è parte fondamentale, in stretta connessione con stakeholder, centri di ricerca e università».
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