Zago, anche le cantine negli affari con Pro-Gest. L’ultimo bond di Amg
Nel 2018 il gruppo cartario in crisi aveva rilevato dai due coniugi il 10% della tenuta Zago Gasparini. La società immobiliare tentò un ultimo prestito a fine 2023, pochi mesi prima di rivolgersi al tribunale
Lo ha chiamato Bruno, come sé stesso. Grande appassionato di vini, Bruno Zago ne è diventato anche produttore. Il “Rosso Bruno” ha l’etichetta della tenuta Zago Gasparini: la proprietà dell’azienda agricola è un altro esempio degli intrecci fra le proprietà private della famiglia e il colosso della carta Pro-Gest, fondato dallo stesso imprenditore di Zero Branco.
Costituita a dicembre del 2009, la Società agricola Zago Gasparini ha capitale sociale diecimila euro, valore della produzione 1,16 milioni di euro nel 2022, sei milioni di euro di debiti (dei quali 3,1 milioni verso soci per finanziamenti) pari praticamente al valore di terreni e fabbricati. Cinque addetti, quattro soci: tre sono membri della famiglia Zago (Bruno, la moglie Anna Maria Gasparini, la figlia Valentina, tutti con il 30% a testa), il quarto è il gruppo di famiglia, Pro-Gest, presente con il dieci per cento delle quote. L’ingresso di Pro-Gest risulta nel bilancio 2018 del gruppo di Istrana: 350 mila euro complessivi versati ai coniugi Bruno e Anna Maria per rilevare da ciascuno una quota del cinque per cento. Il pagamento avviene con due bonifici bancari da 175 mila euro ciascuno. A Villa Lagarina, invece, provincia di Trento, non c’è solo una delle cartiere del Gruppo Pro-Gest. C’è anche una splendida cantina, si chiama Lagertal, società vinicola il cui capitale dal 2016 è detenuto dai coniugi Bruno Zago e Anna Maria Gasparini e da uno dei loro figli, Francesco. Bruno è presidente e amministratore delegato.
Intrecci e commistioni riguardano anche i rapporti tra Pro-Gest e Amg: quest’ultima è una società finanziaria e immobiliare presieduta da Anna Maria Gasparini. Nel 2019 Pro-Gest sottoscrive un intero prestito obbligazionario di 12,5 milioni emesso da Amg. Il prestito ha scadenza nel 2023: a giugno di quell’anno, quando la crisi del gruppo di Istrana ormai è conclamata, Amg dovrebbe rimborsare quel prestito di 12, 5 milioni a Pro-Gest. Non lo fa perché l’assemblea degli obbligazionisti (Pro-Gest stessa) accetta di allungare al 2026 la vita del prestito. Mossa che evidentemente non basta per dare ossigeno alle casse di Amg, che sei mesi dopo, il 12 dicembre 2023, delibera l’emissione di un altro prestito obbligazionario da 14 milioni di euro. Il prestito, si legge nel verbale del consiglio di amministrazione, «si inserirebbe nella strategia di rafforzamento della struttura finanziaria della società, e avrebbe quale primario obiettivo quello di aumentare lo standing e la visibilità della società e di ottenere nuove risorse finanziarie utili allo svolgimento del core business e a sostenere la crescita della società». Dalle carte disponibili non è chiaro se gli Zago siano riusciti a trovare investitori disponibili a sottoscrivere questo ulteriore bond. Di fatto, però, la situazione sembra ingarbugliarsi sempre più.
Tra Pro-Gest e Amg c’è in ballo ad esempio la cessione di un compendio immobiliare industriale ad Altopascio e Sesto Fiorentino: da Amg a Pro-Gest, con pagamento parte con accollo del mutuo di Sparkasse e parte in compensazione con i crediti, diretti e indiretti, a vario titolo vantati da Pro-Gest nei confronti di Amg stessa. Una negoziazione che la proprietà di Amg ritiene possa essere «meglio condotta se eseguita direttamente dalla stessa proprietà in prima persona»: da qui la richiesta da parte di Bruno Zago all’amministratore unico Nicola Martini di dimettersi. Martini il 3 aprile del 2024 accetta e lascia il ruolo, che ricopriva anche nelle controllate di Amg Ca’ Vendramin di Santa Fosca, Immobiliare Eritrea e Pillow.
Bruno Zago di Amg, dunque, si siede al tavolo della trattativa con Bruno Zago di Pro-Gest. Una mossa che, alla prova dei fatti, non basta per uscire dalle difficoltà, visto che nel giro di poche settimane Amg andrà in tribunale a chiedere le misure protettive nei confronti dei creditori, seguita qualche mese più tardi anche da Pro-Gest. —
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