Zeta Farmaceutici prepara la ripresa dei consumi: «Sarà nel terzo trimestre»
VICENZA. Un 2020 in crescita per Zeta Farmaceutici, gruppo con sede a Sandrigo ma con uno stabilimento, quello Marco Viti acquisito nel 2001, in provincia di Como. Un'azienda che nel 2019 fatturava complessivamente 105 milioni e che punta a chiudere l'anno appena passato con un’ulteriore crescita del 8% grazie alla spinta dei dispositivi di protezione individuale come gel lavamani e disinfettanti ma pure grazie a prodotti come le tinture per capelli e parte della cosmetica.
Perché Zeta oltre a produrre e confezionare, anche conto terzi, farmaci e dispositivi medici è attiva nella produzione e distribuzione di linee di cosmetica e integratori a marchio Euphidra, Euphidra AmidoMio, Prolife, Massigen e Marco Viti. Un complesso di attività che permettono all'azienda di coprire una ampia gamma di segmenti di mercati.
«Quando si dice che per il settore farmaceutico il 2020 è stato un anno positivo si eccede in semplicità», spiega Marta Benedetti, amministratore delegato di Zeta Farmaceutici Spa. «Noi come molte altre realtà del settore abbiamo dovuto fare i conti con prezzi delle materie prime, penso semplicemente all'alcool per la produzione di gel disinfettanti, che sono più che triplicati in pochi giorni. Ma abbiamo dovuto gestire anche gravi difficoltà di approvvigionamento (penso alle vitamine, alle stamine, al paracetamolo) e ora ci troviamo a confrontarci con il fenomeno opposto e cioè quello di magazzini stracolmi di presidi medici e farmaci accumulati nei mesi dell'urgenza e che ora dovranno essere smerciati.
Ma non è stata solo la filiera della produzione e della distribuzione ad avere difficoltà enormi. Anche i mercati si sono modificati drasticamente facendo regredire alcune tipologie di consumo, e favorendone altre. Noi per esempio facciamo molti probiotici, che altro non sono, semplificando, che batteri “buoni” che aiutano il funzionamento dell'intestino. Gli italiani, forse anche in relazione ad un considerevole uso di antibiotici, sono di gran lunga i maggiori acquirenti di questi prodotti perlomeno in Europa.
Ebbene nel 2020 i probiotici hanno subito un calo importante, come d'altra parte anche gli sciroppi per la tosse e molti dei farmaci per tutti quei “malanni stagionali” che l'uso della mascherina ha ridotto considerevolmente. Si è fermata pure parte della cosmetica, penso ad esempio ai rossetti, mentre sono andati bene prodotti collaterali come le tinture per capelli o i mascara. Noi abbiamo avuto la fortuna di essere presenti sul mercato con prodotti differenziati e di potere contare su fornitori storici ed affidabili».
Ecco che Zeta Farmaceutici, che a giugno aveva registrato anche un +20% del fatturato grazie alla spinta di alcuni segmenti della propria produzione, si trova a chiudere il 2020 con un 8% che, pure confermando il buono stato di salute della società, racconta comunque di un mercato, quello italiano del farmaco, ad oggi difficile e incerto.
Un anno che non ha comunque impedito alla società di procedere con i consueti investimenti in innovazione. «Il nostro è un settore molto normato e controllato», continua Benedetti, «e solo per l'adeguamento degli impianti ogni anno spendiamo tra i 5 e i 6 milioni di euro tra Sandrigo e Mozzate a Como. L'innovazione per noi è un processo continuo e in un anno come il 2020 non ci pareva proprio il caso di rallentare gli investimenti, compresi quelli destinati allo sviluppo di nuovi prodotti. Siamo convinti infatti che il mercato possa riprendersi, se non subito perlomeno entro il terzo trimestre del 2021, e dobbiamo farci trovare pronti in tutti segmenti e in tutte le funzioni aziendali». —
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