In Veneto cresce la cooperazione agroalimentare

UDINE - Cresce il fatturato medio delle cooperative agroalimentari italiane (+2,7% nel 2015) e accelera il loro dinamismo sui mercati esteri, con un export che si stima arriverà a 6,6 mld di euro nel 2016 (+1,5% sul 2015).
L'Emilia Romagna con quasi 13 miliardi di euro detiene il 38% del fatturato nazionale e il maggior numero di aziende (694 imprese); Sicilia e Puglia sono leader nel Sud; tengono occupazione e retribuzioni.
In particolar modo, Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige e Lombardia, sul territorio con il 31% delle cooperative totali, esprimono il 77% (26,7 miliardi) del giro d'affari complessivo della cooperazione agroalimentare italiana.
Si conferma il primato del Nord Italia, dove cresce il numero delle imprese (il 46% del totale) che generano l'82% del fatturato della cooperazione.

È quanto emerge dal rapporto annuale dell'Osservatorio della cooperazione agricola italiana, istituito dal ministero delle Politiche agroalimentari e forestali e sostenuto dalle quattro Organizzazioni di rappresentanza di settore (Agci-Agrital, Fedagri Confcooperative, Legacoop Agroalimentare ed Unicoop), realizzato da Nomisma.
Secondo il Rapporto, se nel 2015 il giro d'affari si attesta a 34,8 mld di euro con una leggera flessione (-3,6% sul 2013) - legata al calo dei prezzi e alla contrazione dei consumi (soprattutto per latte, carne e zucchero) - rimane invece stabile l'occupazione (+0,4%) e il monte complessivo delle retribuzioni.
Nel 2015 sono 4.722 le imprese attive associate, con 90.542 addetti e 771mila adesioni.
Il primato per fatturato generato spetta alla zootecnica da carne (9,2 mld di euro di fatturato nel 2015, pari al 27% di quello della cooperazione agroalimentare italiana associata), seguono l'ortofrutta (8,4 mld, pari al 24% del fatturato totale), specializzata nella valorizzazione di prodotto fresco e trasformato e il lattiero-caseario (6,4 mld, 18%).

Rispetto allo scorso rapporto - secondo Nomisma - emerge un complessivo consolidamento delle dimensioni medie delle imprese che ha portato le cooperative ad aumentare il fatturato medio (da 7,2mln a 7,4 mln) e il numero medio degli addetti (da 18,3 a 19) nel triennio 2013-2015.
La distribuzione geografica delle imprese cooperative è del 46% al Nord, 14% al Centro e 40% al Sud.
Tra le cooperative «avanzate» (imprese di maggiori dimensioni che esprimono oltre il 50% del fatturato di ogni singolo settore) il vino è la filiera con la più grande propensione all'export (46%; a fronte di un 49% del vino italiano), seguita dall'ortofrutta (24%) e dal latte (15%).
«Dall'analisi del rapporto» per Giorgio Mercuri, presidente dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari «emerge la vitalità della realtà produttiva della cooperazione che costituisce il 32% della PLV (Produzione lorda vendibile) agricola nazionale e il 23% del fatturato alimentare italiano sul versante della trasformazione dei prodotti, attraverso una rete d'imprese particolarmente virtuose, caratterizzate da una mutualità dei conferimenti pari all'82% e che arriva al 92% al Sud Italia».
«Un'intensità di autogoverno - spiega Mercuri - che la pone tra le più avanzate in Europa nell'apporto delle materie prime da parte dei soci».
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