Industria friulana, la produzione vola con mercati e investimenti
Nel terzo trimestre l’indicatore segna +12,5%, ma rallenta rispetto al precedente. Anna Mareschi Danieli: «Un trend, non più un rimbalzo. Vigilare sull’inflazione»
UDINE. Un terzo trimestre ancora di crescita per la produzione industriale friulana, sebbene con minore slancio rispetto al secondo trimestre.
A fare da traino la ripartenza dei mercati mondiali - non dimentichiamo che la provincia di Udine vale da sola più del 40% dell’export regionale - ma anche gli investimenti avviati dalle imprese, per l’adeguamento a industria 4.0 sostenuti dalle politiche fiscali, e anche delle famiglie, che cogliendo le opportunità dei bonus, li rivolgono al patrimonio immobiliare.
«E l’edilizia - ricorda la presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli - traina anche molti settori manifatturieri, dai prodotti in metallo ai mobili». Un trend, quello relativo agli investimenti, non destinato a fermarsi: secondo l’indagine congiunturale dell’ufficio studi di Confindustria Udine, oltre la metà delle imprese intervistate ha in previsione un incremento degli investimenti grazie ai fondi che diventano disponibili con il Pnrr per la transizione green, l’innovazione, la digitalizzazione e l’automazione.
Nel corso del 2021 la manifattura friulana, dopo il crollo registrato in particolare nel secondo trimestre 2020, ha recuperato i livelli di attività precedenti lo scoppio della pandemia.
«L’indicatore della produzione industriale friulana segna nel terzo trimestre 2021 un ulteriore rimbalzo tendenziale rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, +12,5%, benché in decelerazione rispetto al secondo trimestre» segnala la presidente. E non si tratta ormai di un semplice rimbalzo «ma di un trend che appare solido in quanto poggia sull’irrobustimento avvenuto nell’economia reale negli anni precedenti la pandemia». Anche le vendite, sulla scia del migliorato clima di fiducia di famiglie e imprese hanno segnato nel terzo trimestre del 2021 un aumento del +11,2% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Il tasso di utilizzo degli impianti resta elevato, 88,7%, in leggero calo rispetto al dato del trimestre precedente, 89,9%, ma superiore al terzo trimestre 2020, 77,2%.
Saldo trimestrale positivo anche per l’occupazione dove però aumenta anche la quota di imprese che segnalano difficoltà nel reperimento di manodopera qualificata. Resta forte la spinta degli ordini, +13,9%. Venendo ai settori, bene la meccanica, l’industria siderurgica, il legno e il mobile, la carta, la gomma-plastica, la chimica. In flessione materiali da costruzione, calzature, pelli e cuoio.
«Le previsioni per l’ultimo trimestre sono favorevoli - ancora Mareschi Danieli –, nonostante alcuni interrogativi che potrebbero rallentare la crescita, da strozzature nelle catene di forniture a tensioni sui prezzi delle materie prime (l’indagine rileva un aumento tendenziale del +42% nei prezzi delle materiali) con dilatazione dei tempi di consegna e riduzione dei margini. Preoccupa il forte aumento del gas naturale». E occorre fare attenzione alle spinte inflazionistiche. In positivo sul tema catene di fornitura «le imprese friulane hanno una più ridotta esposizione ai rallentamenti che stanno affliggendo le aziende di altri Paesi. Questo per la disponibilità di fornitori idonei locali, a dimostrazione che l’esternalizzazione non ha determinato la scomparsa di reti di fornitura nazionale e che le stesse sono rimaste efficienti da un punto di vista operativo».
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