Industria Verona al ralenti: la produzione industriale vira in negativo
L’indagine congiunturale di Confindustria Verona: nel primo trimestre segnali di debolezza; restano positive le vendite; buona l’occupazione. Raffaele Boscaini: «I numeri parlano chiaro, l’attività sta frenando»

Il 2023 inizia in chiaroscuro per le imprese veronesi.
Dopo il rallentamento subito nel 4° trimestre dello scorso anno, infatti, nei primi tre mesi del 2023 è incerta la tendenza della produzione veronese. Anche se 7 aziende su 10 indicano una situazione di crescita o stazionarietà, l’indicatore della produzione industriale per il primo trimestre entra in campo negativo registrando complessivamente -0,93%. E le previsioni – come conferma l’indagine congunturale di Confindustria Verona – si mantengono sulla stessa scia (-1,3%).
Migliora la capacità produttiva, cresce il numero di aziende per cui è normale o soddisfacente (80% nel 1° trimestre vs. 73% nel 4° trimestre).

Positiva l’occupazione, che accelera (+1,26%) rispetto all’ultima rilevazione in cui era piatta.
Pur mantenendosi positive, le vendite perdono slancio. Crescono dell’1,5% quelle verso il mercato italiano (+3,1% nella scorsa rilevazione), l’export verso l’Ue registra un aumento pari a +1,6%, performance dimezzata rispetto al 4° trimestre 2022. Deboli le vendite extra-ue, che si fermano a +0,6% contro il +2,9% della rilevazione precedente.
Si riaccendono i prezzi delle materie prime e dei prodotti finiti. Nel 1° trimestre le materie prime registrano un incremento pari a +15,5% (era +9,9% nel 4° trim), crescono in misura più contenuta invece i prezzi dei prodotti finiti (+11,4%), anch’essi accelerando rispetto alla scorsa rilevazione (+6,7%).
Moderata la fiducia delle imprese (su una scala da 1 a 10, la media dei punteggi espressi dagli intervistati è di 5,6).
Fatturato in aumento per il 77% delle imprese di servizi, che vedono migliorare la performance rispetto alla precedente rilevazione (67%).
«I numeri parlano chiaro, l’attività sta frenando – dichiara Raffaele Boscaini, presidente di Confindustria Verona –, quello che fino ad oggi mi arrivava come indicazione da molti colleghi trova un riscontro chiaro nei numeri. I settori sono coinvolti in modo diverso e con notevoli differenze ma le imprese che producono packaging, che è un settore preciclico, non ci danno buone notizie. Un altro segnale negativo lo riscontriamo dall’aumento delle richieste e dell’utilizzo della cassa integrazione in netta controtendenza rispetto al 2022».

«All’orizzonte vedo inoltre tre nuvoloni – prosegue il presidente –: la Germania, nostro mercato cruciale è in recessione; l’inflazione sta frenando, ma il picco dello scorso anno trascina con sé la necessità impellente di un riassestamento sui prezzi che ancora non si vede nonostante le prospettive di un rientro verso il 2,5% in un paio di anni; la fiammata sui prezzi alza i tassi di interesse che pesano sulle imprese, sui consumatori e sulle finanze pubbliche. Gli imprenditori, tuttavia non mollano, e nonostante questa frenata aumenta il numero dei colleghi (l’88%) che prevede nei prossimi 12 mesi di aumentare gli investimenti. Insomma, è evidente che sia terminata l’onda lunga della ripresa post pandemia e si cerca adesso un nuovo assetto per le nostre aziende. Non facile e non rapido».
«Per questo – conclude il presidente degli industriali – mi aspetto che il nostro Governo sappia farsi carico delle prossime partite europee all’orizzonte come il Patto di stabilità, di cui a fine 2023 si ricomincerà a parlare, mi auguro che il nostro paese possa presentarsi a questo appuntamento con autorevolezza per sedersi al tavolo della discussione, e l’accelerazione della politica europea verso la transizione ambientale che rischia di creare allarme e una corsa scomposta e poco efficace».
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