Industriali, prove di unione tra Venetocentro e Venezia-Rovigo

Mentre i vertici confindustriali del Veneto e del Fvg pianificano la nascita della “corazzata” del manifatturiero italiano, si lavora a una nuova aggregazione

Leopoldo Destro
Leopoldo Destro

PADOVA. Assindustria Venetocentro riprende a guardare a Confindustria Venezia-Rovigo come possibile partner di una nuova aggregazione veneta.

L'assemblea generale della territoriale di Padova e Treviso, venerdì scorso, ha dato il suo ok, a larga maggioranza, al prosieguo delle attività di valutazione delle due strutture associative interessate ad un'aggregazione di cui si parla dall'epoca del tandem Finco-Piovesana.

Un compito affidato, già all'inizio del 2020, ad una commissione paritetica di 8 membri (4 di Venezia-Rovigo e 4 di Padova-Treviso) che aveva sospeso i lavori a seguito dell'emergenza pandemica. Già a marzo 2021 Confindustria Venezia aveva dato il suo ok alla riattivazione della commissione, scommettendo su un'operazione che potrebbe realizzarsi compiutamente non prima del 2023.

La proroga di due anni della presidenza di Vincenzo Marinese e quella del direttore Gianpiero Menegazzo, che ha scelto di procrastinare la pensione fino al 2023, sono letti di fatto come un passaggio propedeutico alla futura nuova aggregazione.

Vincenzo Marinese
Vincenzo Marinese

Chiare anche le modalità e i tempi di un percorso spiegato compiutamente durate la parte privata dell'assemblea generale di AssindustriaVenetocentro. Sono infatti tre le attività che si svolgeranno durante quest'anno: si lavorerà ad una valutazione tecnica, organizzativa ed economica delle due realtà, si procederà ad una comparazione degli statuti e si faranno alcune prove di collaborazione per permettere alle due strutture operative di lavorare su progetti condivisi.

Nel frattempo si prevede che già entro la prima parte del 2022 la due diligence economico-finanziaria e i documenti relativi alla fattibilità della fusione siano pronti per essere presentati all'assemblea. Già a partire della metà dell'anno prossimo si potrà quindi procedere al confronto territoriale tra gli associati.

Solo con il pieno 2023 si prevede sarà possibile, una volta ricevuto tutti gli ok da parte delle strutture associative, chiudere il cerchio e portare a 4 il numero delle provincie venete rappresentate in un'unica territoriale di Confindustria.

Un'operazione che in fase di voto, durante l'assemblea del 18 giugno scorso a Treviso, ha visto il parere contrario solo di poche decine di associati. Un'indicatore che forse racconta del superamento dello storico dissenso di una parte di Assindustria sull'ammissione di colossi pubblico-privati come Eni, Enel, Fincantieri. 

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