A22, salgono a cinque i pretendenti: in prima fila Aspi, A4 Holding e Gavio

Autobrennero cerca il rinnovo della concessione ma farà i conti con una forte concorrenza. Anche Dogliani nella partita

Roberta Paolini

 

Il risiko delle concessioni autostradali italiane entra nel vivo con la gara per l’assegnazione della gestione cinquantennale della A22, l’autostrada che collega Modena al Brennero attraversando Trentino e Alto Adige. Un’operazione che si inserisce in un contesto di forti tensioni tra ricorsi al Tar e possibili rilievi della Commissione Ue. Il termine per la presentazione delle offerte scadrà il 28 febbraio, mentre l’apertura delle buste è prevista per il 1° marzo.

Secondo le indiscrezioni di mercato, tra i contendenti ci sarebbero alcuni dei principali operatori autostradali italiani ed europei. In prima fila Autostrade per l’Italia (Aspi), controllata dal consorzio Cdp Equity-Blackstone-Macquarie, e A4 Holding, la società gestita dagli spagnoli di Abertis, a sua volta partecipata in quote paritarie da Mundys e Acs di Florentino Pérez. A4 Holding, che già detiene il 4% di Autobrennero, potrebbe così rafforzare la propria posizione.

Sulla procedura di gara avrebbero finora richiesto chiarimenti al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) cinque gruppi: Autobrennero, Aspi, A4 Holding, Gavio e Dogliani. Non è detto che tutti decidano di procedere con la manifestazione di interesse, così come anche altri operatori potrebbero aggiungersi alla competizione da qui alla fine di febbraio.

L’ingresso di A4 Holding, se venisse confermato, sarebbe in linea con la strategia espansiva di Abertis, che nell’ultimo anno ha partecipato a gare internazionali di grande rilievo. Nel 2024 il colosso spagnolo, primo operatore mondiale del settore con 8.200 chilometri di rete autostradale in 15 Paesi, ha vinto appalti in Cile e Porto Rico, ha effettuato nuove acquisizioni in Spagna e ha tentato, senza successo, di entrare nel mercato australiano. È il leader in Cile e Brasile e il terzo operatore in Francia.

Subito dietro Abertis, il secondo operatore globale è Gavio, con un portafoglio di circa 5.900 chilometri di rete autostradale tra Italia, Brasile e Regno Unito. In Italia, il gruppo gestisce oltre mille chilometri e deve affrontare scadenze ravvicinate, in particolare quella della Torino-Milano nel 2026. Dogliani, invece, è la storica famiglia imprenditoriale del Nord Ovest che ha costruito la Pedemontana e quindi gestisce una fetta della rete autostradale della regione, con un fatturato superiore ai 300 milioni e oltre 3 mila dipendenti.

Nonostante l’interesse dei grandi gruppi, la gara per la A22 resta appesa a un delicato nodo legale. Pende infatti un giudizio amministrativo a seguito dei ricorsi presentati da Autobrennero e Aspi contro il bando del Mit. La questione più spinosa riguarda il project financing che, unito al diritto di prelazione, darebbe delle chance al concessionario uscente di giocarsi la partita della riconferma. Secondo Aspi, invece, con l’approvazione della legge sulla concorrenza del 18 dicembre 2023, non sarebbe più possibile assegnare concessioni autostradali con questo strumento. Se tale interpretazione fosse confermata, il bando per la A22 potrebbe risultare viziato sin dalla sua pubblicazione.

Lo scontro tra i big del settore, dunque, non si giocherà solo sulle offerte economiche e sui progetti di sviluppo, ma anche sul piano giuridico, con possibili ripercussioni sulle future gare per la gestione della rete autostradale italiana. Un risiko dal valore miliardario, in cui la A22 rappresenta solo il primo tassello di una partita ben più ampia. Prima fra tutte, la scadenza della concessione di una delle arterie a più alto tasso di mezzi per chilometro d’Europa, la A4 Brescia-Padova, gestita da A4 Holding, ovvero controllata da Abertis, che va a termine nel 2026. Il Mit, per voce dello stesso ministro, ha di fatto dato un sostanziale via libera politico all’annessione della A4 Brescia-Padova in Cav (Concessioni Autostradali Venete), aprendo così un ulteriore capitolo nel risiko delle concessioni che ora si attende di vedere come verrà concretamente realizzato.

Riproduzione riservata © il Nord Est