A22, traffico in ripresa e sguardo al futuro grazie allo sblocco della concessione. L’Ad Cattoni: «Continueremo ad investire nella mobilità del domani»
L’Autostrada del Brennero torna a registrare ottimi numeri nella ripresa post lockdown e punta sempre di più sulla transizione digitale ed ecologica. Intanto l’assemblea dei soci dà il via libera alla finanza di progetto per riaffidare l’arteria alla società.
TRENTO. Tra tutte le caratteristiche che le autostrade possiedono, quella più importante è l’essere il termometro più affidabile per capire l’andamento dell’economia. Quella altoatesina, ma non solo, è decisamente in ripresa, e corre veloce su Autobrennero.
L’arteria, colpita duramente durante il lockdown è tornata a registrare picchi di volume di traffico come non se ne vedevano dal 2019, anno record per A22. Gli ordini arretrati delle aziende, le minori restrizioni e la voglia di viaggiare delle persone hanno prodotto numeri senza precedenti, toccando in estate quasi 40.000 transiti giornalieri con un +20% rispetto a due anni fa. Una ripresa che viaggia in linea con i risultati economici ottenuti, e che garantiscono solidità e supporto per proseguire con gli investimenti in programma: 305,8 milioni di euro il valore della produzione del 2020, con 20,3 milioni di utile netto e 92,49 milioni l’Ebitda (30,24% del valore della produzione.
Nel corso dell’ultimo anno, la società ha speso 59,6 milioni in manutenzioni e investito 13,3 milioni in ammodernamenti dell’infrastruttura. I valori più consistenti hanno riguardato la terza corsia (4,5 milioni di euro), il resto è stato impiegato per sovrappassi, barriere antirumore e innovazioni gestionali di vario genere. Ma non solo, perché Autobrennero è recentemente diventata il secondo gestore merci su rotaia nazionale.
La società ha infatti acquistato il 75% di InRail Spa, impresa ferroviaria attiva nel trasporto merci in Italia e verso i Paesi confinanti: «Si tratta di un’operazione di importanza storica – commenta l’amministratore delegato Diego Cattoni -. L’integrazione tra la gomma e la rotaia è il futuro della mobilità, un futuro che abbiamo voluto anticipare per assicurare la crescita del Gruppo e, con essa, lo sviluppo sostenibile dei territori e il potenziamento del primo collegamento italiano con il resto d’Europa: il corridoio del Brennero».
Investimenti lungimiranti e sempre orientati verso il futuro nonostante un nodo concessione che è stato risolto soltanto qualche settimana fa, con il via libera da Roma al testo che di fatto ha aperto alla finanza di progetto per riaffidare l’autostrada ad Autobrennero Spa, garantendo governance e soci attuali. Proprio quest’ultimi hanno individuato nella proposta di finanza di progetto lo strumento più idoneo per ottenere una nuova concessione autostradale, dando il loro via libera. Ora toccherà ad Autobrennero presentare un programma di investimenti e di gestione della mobilità lungo l’asse del Brennero che ridisegni nel senso dell’intermodalità, della digitalizzazione e della transizione ecologica la mobilità lungo l’asse Brennero-Modena.
Cattoni, i flussi di traffico sono tornati quelli dell’era pre-Covid dopo il duro lockdown del 2021?
«In verità i flussi sono addirittura cresciuti rispetto al 2019, che per Autostrada del Brennero è stato l’anno record per volumi di traffico, con un passaggio in pochi mesi da un meno 90% ad anche un più 20%, e con il picco di +9,3% registrato domenica 25 luglio. Con l’avvento del Covid e il conseguente lockdown, al venire meno delle limitazioni alla libera circolazione che impedivano, oltre alla diffusione del virus, anche la normale attività delle imprese, il traffico è immediatamente tornato ai livelli precedenti. A ciò vanno aggiunti anche gli ordini arretrati elle aziende e la voglia di viaggiare che si è fatta sentire questa estate. Negli ultimi giorni, stiamo assistendo ad una normalizzazione dei volumi di traffico in linea con gli anni pre-Covid, ma che speriamo possa crescere con l’arrivo del periodo delle feste e del Natale».
A che punto è il processo di transizione digitale di A22?
«Darsi da soli i voti non è facile, ma durante l’ultimo C-Roads Show, la giornata in cui si è tracciato un bilancio di quanto fatto in questi anni all’interno del progetto europeo C-Roads Italy, mi pare che il ruolo di apripista di Autostrada del Brennero sul fronte della digitalizzazione dei trasporti sia emerso in tutta la sua concretezza. Tra i tanti risultati raggiungi c’è sicuramente quello di aver sviluppato un protocollo di trasmissione dei messaggi che raggiungesse i veicoli. Una soluzione sviluppata da Autobrennero e diventata standard italiano per la comunicazione ibrida che già oggi consente di trasmettere ai computer di bordo la presenza di cantieri, incidenti, condizioni meteo avverse e simili, ma che domani sarà lo strumento attraverso il quale gestire ogni veicolo come il vagone di un treno, assicurando velocità di spostamento elevate in perfetta sicurezza nel rispetto dell’ambiente. Con Iveco abbiamo già testato per ben 300.000 km il Truck Platooning, ossia un convoglio di tir guidato solo dal primo veicolo, in grado di interagire in sicurezza con il resto del traffico autostradale. Con CRF (Centro Ricerche Fiat, ndr), abbiamo invece potuto testare l’Highway Chauffeur, la funzionalità di automazione dei veicoli che permette di regolare la velocità, mantenere la traiettoria ed effettuare il cambio corsia in modo automatico».
E quello per diventare il primo green corridor europeo?
«Sul fronte della sostenibilità ambientale ed ecologica siamo tutt’ora gli unici concessionari autostradali a poter vantare un centro di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno verde, con in programma la realizzazione di cinque nuovi punti di ricarica potenzialmente, a loro volta, centri di produzione in ragione della domanda che si andrà a sviluppare. Abbiamo già istallato una fitta rete di colonnine di ricarica elettrica, che offriamo gratuitamente. Inoltre, nell’autoporto di Sadobre è stato recentemente attivato un distributore di Biogas. Da ultimo, ma non certo per importanza, mi preme ricordare che Autostrada del Brennero è anche un operatore ferroviario. Già oggi le società del Gruppo movimentano circa 12.000 treni merci l’anno, con l’obiettivo di crescere ancora in questo settore strategico per uno sviluppo intermodale della mobilità. Più in generale, se pensiamo che digitalizzazione dei trasporti, transizione ecologica e intermodalità sono tre dei principi cardine del Pnrr, direi che Autostrada del Brennero ha cominciato ad attuare il Piano prima che venisse varato».
Il tutto nonostante il rebus concessione risolto solo recentemente…
«In questi anni, abbiamo continuato ad investire sull’arteria avendone cura come se la concessione non fosse mai scaduta. Basti pensare che ogni anno spendiamo 200.000 euro a km solo di manutenzione ordinaria, valori ben superiori alla media nazionale. La nostra priorità, come Società, è restare un punto di riferimento del settore e questo lo si può fare solo continuando ad investire oggi nella mobilità di domani. È, però, evidente che una Società pronta a mettere a terra oltre 6,5 miliardi di investimenti interamente autofinanziati rappresenta un volano straordinario non solo per i territori nei quali opera, ma per tutto il Paese. Attraverso il corridoio del Brennero passa oltre il 10% di tutto l’import-export nazionale. Di fatto, garantiamo la comunicazione tra il manifatturiero italiano e quello tedesco, ossia le prime due manifatture d’Europa. Investire in infrastrutture per la mobilità significa come noto moltiplicare per quattro, in termini di Pil, l’investimento prodotto. Farlo lungo il corridoio del Brennero significa continuare a garantire all’Italia un collegamento di primordine con il resto d’Europa».
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