Alta Velocità, sì al progetto definitivo. Ora accelerano i lavori verso Padova

Firmata l’ordinanza per l’attraversamento di Vicenza che accoglie diverse richieste degli enti locali

Giorgio Barbieri

Importante passo avanti per l’alta velocità ferroviaria Brescia-Padova, uno degli assi strategici per lo sviluppo del Nordest. È stato infatti approvato ieri il progetto definitivo dell’attraversamento di Vicenza, secondo di tre lotti funzionali della linea AV/AC Verona-Padova e prosecuzione del lotto Verona-bivio Vicenza, già in corso di realizzazione.

La firma è del Commissario straordinario Vincenzo Macello e permette a una delle opere più importanti di prendere il via per completare il collegamento alta velocità sulla linea ferroviaria che attraversa tutto il Nord da Torino a Venezia passando per Milano. L’attraversamento di Vicenza si sviluppa per circa 6, 2 km di nuova linea da Altavilla Vicentina fino alla stazione di Vicenza, prevedendo inoltre il rinnovo di 4, 8 chilometri della linea esistente ed è diviso in due lotti costruttivi: il primo interamente finanziato, comprende la realizzazione di opere civili e degli impianti tecnologici propedeutici alla deviazione della linea convenzionale e di stazione; il secondo, ancora da finanziare, prevede il completamento delle opere civili, degli impianti tecnologici necessari all’attivazione della nuova linea AV/AC e del piano regolatore di Stazione, la risoluzione delle interferenze con pubblici servizi, nonché le attività necessarie all’attivazione delle principali viabilità di via Maganza, viale Sole-Scaligeri e viale Camisano.

La nuova linea, fa sapere RFI, è parte integrante del Corridoio transeuropeo TEN-T e consentirà l’incremento dell’offerta di trasporto alta velocità, regionale e merci lungo la direttrice orizzontale Milano–Venezia, garantendo una migliore separazione dei flussi di traffico, con un conseguente incremento della capacità e della regolarità del servizio, riduzione dei tempi di viaggio e aumento della frequenza dei treni. Sarà, inoltre, incentivato lo scambio intermodale ferro/gomma con la realizzazione di una nuova linea di trasporto pubblico locale (Tpl). Anche l’assetto urbano sarà interessato dai benefici dell’opera, con interventi di ridisegno paesaggistico e urbanistico della stazione di Vicenza e con la realizzazione della nuova fermata Vicenza Fiera.

«Sono comunque ancora in corso interlocuzioni con le amministrazioni locali», si legge in una nota di RFI, «al fine di effettuare approfondimenti progettuali per una migliore integrazione delle opere viarie e delle attività di cantierizzazione con il contesto cittadino. A leggere il testo, alcune modifiche sarebbero dunque state recepite, ad esempio la richiesta di non chiudere il collegamento di Ponte Alto per due anni. Ma non è ancora chiaro in che termini. Ma continua ad emergere la disponibilità assicurata da RFI, Iricav e anche dal ministero delle Infrastrutture ad ascoltare il territorio. Un’apertura confermata nei giorni scorsi anche dal sindaco Giacomo Possamai che ha recentemente incontrato i vertici di RFI prima a Roma e poi a Vicenza. Nel corso dell’incontro, aveva fatto sapere il Comune, «sono state nuovamente approfondite le possibili alternative allo stop biennale del viadotto di Ponte Alto, analizzato l’impatto sulle abitazioni del sottopasso dei Ferrovieri, riviste la questione del ponte di via Maganza e la soluzione della stazione in superficie».

L’obiettivo è finire i lavori entro il giugno 2026 nel lotto compreso da Verona sino alle porte di Vicenza, quindi in tempo per usufruire dei finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Secondo quanto comunicato recentemente dal commissario straordinario Macello i cantieri stanno procedendo molto velocemente, «attualmente siamo al 32% di quello che è l’avanzamento fisico dei lavori, quindi siamo contenti di come stiamo procedendo».

Una iniezione di fiducia arrivata dopo i dubbi espressi direttamente dal governo che nelle 163 pagine della relazione semestrale al Parlamento sul Pnrr, aveva messo nero su bianco che il collegamento tra Brescia e Padova è una delle misure più a rischio dell'intero Piano, inserendola tra quelle per cui, in «assenza di presupposti favorevoli determinata soprattutto da elementi di natura esterna», si sollecita «un processo di revisione mirata in accordo con le istituzioni europee e congruente con i principi dei Regolamenti europei». 

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