Autostrade, Cdp ritocca l’offerta: “Ora Atlantia può giudicare positivamente”
L’offerta finale del consorzio guidato da Cassa depositi e prestiti è sul tavolo. Aumento contenuto, non sono state accolte tutte le richieste
ROMA. L'offerta finale del consorzio capeggiato da Cdp per l'88% di Aspi è sul tavolo di Atlantia. La holding aveva chiesto di apportare dei miglioramenti e, dopo giorni di trattative, la proposta è arrivata nella notte con alcuni "affinamenti" al contratto che, secondo il consorzio, consentono ora alla proposta di superare positivamente l'esame di Atlantia e dei suoi azionisti. La prima valutazione spetta ora al cda della holding (che in Borsa dopo un avvio in deciso rialzo ha chiuso a +0,31%), riunito dal pomeriggio, che dovrà a questo punto anche convocare l'assemblea cui spetta l'ultima parola sull'offerta.
L'offerta finale del consorzio formato da Cdp Equity insieme ai fondi esteri Blackstone e Macquarie è stata inviata nella notte ad Atlantia, dopo il via libera del cda di Cassa, riunitosi ieri prima per una semplice informativa e poi per deliberare la proposta. L'offerta contiene "alcuni affinamenti al contratto relativo all'acquisto dell'88,06% di Aspi", spiega il consorzio in una nota diffusa di prima mattina. Resta invariata la valutazione di Aspi, fissata a 9,1 miliardi. Le modifiche riguardano la 'ticking fee', cioè la percentuale convenzionalmente corrisposta per compensare i flussi di cassa generati nel periodo tra la firma di un accordo e il closing (che in questo caso non arriverebbe prima del primo trimestre del 2022). A fronte di una richiesta del 5%, il consorzio avrebbe concesso il 2% (che corrisponde a 182 milioni), ampliando il periodo dal 31 dicembre 2020 (prima era gennaio) fino al closing.
Sul nodo dei ristori, invece, la richiesta di Atlantia di rendere i 350 milioni una voce di prezzo fissa non sarebbe stata accolta e il meccanismo sarebbe rimasto quello dell'offerta del 31 marzo. Con questi affinamenti, ora l'offerta finale, secondo il consorzio, potrà "essere valutata positivamente da Atlantia e dai suoi azionisti".
Il primo esame spetta infatti al cda della holding, da cui si attendono le valutazioni sulla congruità e gli eventuali scenari alternativi, che verranno poi inserite nella relazione illustrativa per l'assemblea. Il nodo è capire se la valutazione complessiva di Aspi fatta dal consorzio sarà tale da avvicinarsi ai 9,5 miliardi della soglia minima della forchetta di prezzo indicata dagli advisor indipendenti ad Atlantia. La decisione finale spetterà comunque all'assemblea degli azionisti, come deciso dal board del 16 aprile: riunione che si terrà in forma ordinaria e quindi deciderà con un voto a maggioranza semplice.
L'assemblea, la cui data è attesa dal board di oggi, si riunirà comunque entro il 31 maggio, data entro la quale deve svolgersi anche il cda che chiuderà il dossier con la delibera finale.
Resta intanto alla finestra il gruppo spagnolo Acs che, dopo essersi fatto avanti con due lettere ad Atlantia per manifestare il proprio interesse per Aspi, sta portando avanti la due diligence. Finora il gruppo di Florentino Perez, che prima ancora della due diligence valutava Aspi tra i 9 e i 10 miliardi, ha chiarito di voler agire in totale allineamento con il governo italiano e Cdp e si è detto intenzionato a formulare un'offerta 'binding'. Si attendono le prossime mosse.
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