Banchine elettriche: Trieste e Venezia tra i porti virtuosi

A livello nazionale solo il 3% dei porti è pronto con le banchine elettrificate, l’infrastruttura che consentirà alle navi di spegnere i motori e ridurre fino al 98% le emissioni. Il dato piuttosto clamoroso è della Clia, l'associazione internazionale delle compagnie crocieristiche
Piercarlo Fiumanò
Rifornimento di energia elettrica in banchina
Rifornimento di energia elettrica in banchina

Molte navi sono attrezzate, i porti meno. Mentre 147 navi da crociera nel mondo sono già predisposte per allacciarsi alla rete elettrica di terra quando sono all'ormeggio, solo il 3% dei porti è pronto con le banchine elettrificate, l’infrastruttura che consentirà alle navi di spegnere i motori e ridurre fino al 98% le emissioni.

Il dato piuttosto clamoroso è della Clia, l'associazione internazionale delle compagnie crocieristiche, cui aderiscono 45 compagnie che in termini di posti letto, con 330 navi, rappresentano il 90% della flotta mondiale composta da 445 navi.

Si può capire quanto siamo lontani dagli obiettivi di riconversione energetica stabiliti dal Green Deal Europeo che ha fissato l’obiettivo della neutralità climatica al 2050 con la riduzione delle emissioni e la decarbonizzazione. I porti del Nord Est, da Venezia a Trieste e Monfalcone, grazie ai fondi del Pnrr, come vedremo stanno però accelerando.

Secondi i numeri Clia nel 2023 abbiamo 27 navi «elettrificate» in più, con un aumento del 23%, che entro il 2028 saliranno a 239, fra quelle di nuova costruzione e quelle ammodernate. L'impegno è arrivare al 100% entro il 2035: «Il settore sta investendo in tecnologie innovative di propulsione che consentiranno alle navi di utilizzare fonti energetiche più pulite non appena queste saranno disponibili», ha detto Kelly Craighead, presidente e amministratore delegato di Clia.

Ma intanto di porti già attrezzati per fornire energia da terra, un passaggio che consentirà alle navi di spegnere i motori e ridurre fino al 98% le emissioni, ce ne sono solo 35 al mondo. Oggi sono diciannove le compagnie che stanno investendo per consentire alle navi di utilizzare i carburanti a zero emissioni, con Gnl bio o sintetico, con poche o nessuna modifica al motore.

Intanto sui 200 milioni di fondi del Pnrr per la transizione energetica, una sessantina saranno spesi a Nord Est dove i lavori per l’elettrificazione delle banchine stanno infatti accelerando. A Trieste e Monfalcone sono stati assegnati tutti i progetti per circa 29 milioni di euro di investimenti con scadenza giugno 2026. 

La cordata Nidec Asi, parte della divisione Motion & Energy del Gruppo Nidec, insieme a Icop e Step Impianti, è impegnata nei lavori di elettrificazione delle banchine del Molo VII (6,1 milioni), Molo V e Riva Traiana (3,3 milioni) e Piattaforma logistica (4 milioni).

Per quanto riguarda Molo Bersaglieri l’impianto viene realizzato dal raggruppamento di imprese Gemmo e Mont-ele (8,6 milioni). Procedono anche i lavori di elettrificazione dei moli IV, V, VI del Porto di Monfalcone (valore 6,7 milioni), che permetteranno di rendere green Portorosega. A questi interventi si aggiunge pure elettrificazione della banchina Margreth di Porto Nogaro.

Il Commissario dell'Autorità portuale di Trieste e Monfalcone, Vittorio Torbianelli, chiarisce che il progetto cold ironing di Trieste è stato «un percorso strategico virtuoso» perché una volta terminati i lavori le navi potranno già rifornirsi di energia alla rete a media tensione mentre «resta da definire a livello nazionale l’aspetto tariffario».

A Trieste l’Autorità portuale ha anche avviato, assieme a Comune di Trieste e AcegasApsAmga (Gruppo Hera), il progetto Smart Grid. Si tratta di ulteriori 18 milioni di euro di finanziamento in ambito Pnrr, per risolvere le criticità relative al previsto aumento di richiesta di energia elettrica. Intervento anche qui indispensabile. Il gruppo Hera ha previsto che i consumi della città, anche per la presenza delle grandi navi da crociera, aumenteranno infatti del 10-15% al 2030: «Con l’ammodernamento della rete saremo in grado di fornire alle utenze connesse circa 190 megawatt in più rispetto a oggi, decuplicando di fatto l’offerta», ha precisato Carlo Andriolo, dg di AcegasApsAmga.

Avanzano anche i cinque progetti di elettrificazione delle banchine nel porto di Venezia con scadenza giugno 2026. L’Autorità portuale ha chiarito che il costo dell’opera ammonta a 57,6 milioni per Marghera e a 32,2 milioni per Venezia, interamente finanziati anche qui dal Fondo Complementare (Pnrr): «Un intervento strategico previsto per ridurre le emissioni connesse alla movimentazione delle merci e dei passeggeri, promuovendo la transizione ecologica del sistema portuale italiano. L’area di Marghera, grande sito industriale, dispone di centrali termoelettriche, in grado di fornire le potenze richieste. Con i benefici legati alla riduzione delle emissioni in atmosfera e il miglioramento della qualità dell’aria».

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