Brennero, per le imprese una scure da 1,8 miliardi

Convegno a Bruxelles organizzato da Confindustria sull’emergenza dei valichi alpini a singhiozzo. Leopoldo Destro: «Gli snodi sono cruciali, serve un rappresentante speciale della Commissione»

Giorgio Barbieri
Leopoldo Destro a Bruxelles al Parlamento europeo
Leopoldo Destro a Bruxelles al Parlamento europeo

In una fase storica in cui l’Europa si gioca buona parte del suo futuro sul terreno della competitività, i valichi alpini non sono solamente semplici collegamenti tra stati confinanti, ma rappresentano un’infrastruttura cruciale da cui dipende buona parte del sviluppo economico del continente.

Ma dal Brennero al Monte Bianco e dal Tarvisio al Frejus sono ormai sempre più spesso colli di bottiglia che rallentano la circolazione di beni e servizi.

Con un costo economico enorme per le imprese: per restare solo al Brennero, secondo uno studio presentato ieri a Bruxelles nella sede del Parlamento europeo, le imprese hanno perso 1,8 miliardi per le inefficienze e i divieti al traffico pesante imposti dall’Austria; per quanto riguarda il Monte Bianco si stima invece che nei prossimi 18 anni verranno persi circa 11 miliardi.

Numeri enormi che mostrano come i valichi alpini siano ormai dei veri e propri snodi strategici, un asset fondamentale per il commercio e per il mercato unico europeo.

Un argomento al centro ieri di un convegno a Bruxelles organizzato da Confindustria in collaborazione con l’omologa francese e al quale ha partecipato anche Leopoldo Destro, delegato del presidente di Confindustria per Trasporti, Logistica e Turismo, insieme ai rappresentanti delle imprese francesi e tedesche.

E dal dibattito è emersa una richiesta chiara ai vertici delle istituzioni europee. «Chiediamo un rafforzamento dei poteri decisionali della Commissione europea», sottolinea Destro, «la questione dei valichi è attinente al mercato unico ed è necessaria l’istituzione di un rappresentante speciale della Commissione proprio per i valichi. Il futuro del commercio europeo dipende infatti dalla capacità di garantire reti logistiche efficienti, resilienti e sostenibili».

Destro rivendica infatti l’importanza di far circolare le merci in maniera fluida e efficace in tutta Europa. «In questo quadro», aggiunge, «i valichi alpini rappresentano una priorità strategica non solo italiana ma soprattutto europea. Ma c’è bisogno di una forte gestione europea per superare una visione dualistica da parte dei paesi confinanti. È fondamentale esaminare i colli di bottiglia infrastrutturali che sinora hanno frenato il commercio perché l’impatto economico di un commercio interno più efficiente sarebbe enorme per tutti. Per noi è dunque opportuna una gestione coordinata di tutta la materia attraverso un inviato della Commissione per i valichi».

Nel 2023 le esportazioni extra-Ue dell’Unione europea sono state pari a 2,5 miliardi di euro, mentre il valore degli scambi intra-Ue è stato di 4,1 miliardi. La crescita del mercato Intra-Ue è stata superiore del 61% rispetto a quella delle esportazioni Extra-Ue. «Numeri», aggiunge Destro, «che evidenziano il ruolo essenziale che il mercato unico europeo svolge per la crescita dell’economia dell’Unione europea. Il mondo dell’industria oggi vuole quindi sollevare l’attenzione su una questione che deve necessariamente avere una visione europea perché i valichi alpini sono infrastrutture strategiche delle Politica europea Ten-T».

E in un periodo in cui la nuova amministrazione americana ha annunciato una guerra commerciale a suon di dazi, Destro invita l’Europa a rimuovere quelli che in un certo senso si autoimpone. «Le barriere commerciali all’interno dell’Unione europea, pari al 44% sui beni e al 110% sui servizi, dimostrano quanto sia ancora difficile garantire un mercato unico veramente integrato», spiega il delegato del presidente di Confindustria, «e uno dei fattori chiave che contribuiscono a queste barriere è l’inefficienza delle infrastrutture di trasporto e la mancanza di una logistica fluida, in particolare nei valichi alpini. Migliorare la connettività e investire in infrastrutture più moderne potrebbe rappresentare una leva strategica per ridurre questi costi nascosti e rafforzare la competitività dell’industria europea».

La richiesta della nomina di un inviato ad hoc da parte della Commissione europea è stata condivisa anche dai rappresentanti delle Confindustrie tedesca e francese. «L’intermodalità tra i valichi alpini è una necessità per gli obbiettivi europei e per avere competitività nei trasporti», ha sottolineato anche Flavio Tosi, europarlamentare di Forza Italia.

E nel frattempo, sempre sul fronte autostrada del Brennero, il ministero dei Trasporti ha annunciato la proroga al 31 maggio dei termini per manifestare l’intenzione di partecipare alla gara per la concessione dell’autostrada A22, sulla quale pende un ricorso al Tar di Autostrade dello Stato.

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