Cecconato: «Ascopiave è pronta a nuove alleanze, puntiamo sulle reti A2A e restiamo in Estenergy»
Il presidente traccia le strategie future di sviluppo: «Distribuzione gas, servizio idrico e energie rinnovabili i nostri driver»
TREVISO. Ascopiave crede nel business della distribuzione, si sta diversificando, non solo gas ma anche acqua e energie rinnovabili, e si guarda attorno. È aperta alle partnership, senza pregiudiziali, ha potenzialmente la possibilità di fare ricorso ad altri capitali (come l’opzione a vendere la quota del 48 per cento in Estenergy) nel caso si presentassero dossier interessanti. Si tratta di circa un altro mezzo miliardo da cui poter attingere. Ma non accetterà mai un rischio superiore alle proprie possibilità, come sarebbe stato quello di provare il “rilancio impossibile” sugli asset di Erg. «Perché comunque la maggioranza del nostro capitale è nelle mani degli enti locali ed abbiamo anche una responsabilità sociale» dice il presidente Nicola Cecconato.
Presidente Cecconato, partiamo dai dati del semestre, ricavi in leggero calo ma margini e utile in forte incremento.
«Sì i ricavi sono in calo, è frutto del meccanismo dei certificati bianchi, che per noi è di fatto una partita di giro, abbiamo minori ricavi ma abbiamo anche meno costi di acquisizioni. Inoltre non ci danno marginalità e non è il nostro core business».
Siete un’azienda molto diversa da due anni fa, concentrata in un settore regolamentato, però avete scelto di mantenere un piede nella vendita con Estenergy, è un modello ibrido ed avete una opzione ad uscire dalla joint venture, che farete?
«I dati di questo primo semestre parlano da soli, e sicuramente permettono anche al mercato di apprezzare il valore della partnership siglata a fine 2019 con Hera. La nostra partecipazione in EstEnergy, infatti, in questi primi sei mesi del 2021 ha portato nelle casse di Ascopiave più di 14 milioni di euro, un dato in crescita rispetto al 2020 di 4,7 milioni. La condivisione di know-how con Hera ci ha permesso di dare vita ad una società solida, che è oggi il maggior operatore energy del Nordest con più di un milione di clienti, e crediamo di aver davanti ancora molte soddisfazioni: com’è noto, esiste una clausola che ci permette di uscire da EstEnergy, ma non prevediamo di usufruirne, almeno nel breve periodo, perché le opportunità da cogliere con Hera penso siano ancora molte, e proficue».
Parliamo del piano 2020/2024, 500 milioni di investimenti e dividendi in crescita.
«Abbiamo pubblicato una guideline per la politica dei dividendi e siamo convinti che il grande lavoro sull’efficienza ci darà maggiori e migliori risultati. Il piano industriale non è un libro dei sogni. E intendiamo perseguirlo anche per dare soddisfazione agli investitori ed agli azionisti, quasi il 70 per cento dei soci sono enti pubblici e enti locali che credo con questi risultati e questi dividendi saranno facilitati nelle attività per la cittadinanza».
Nel vostro orizzonte ci sono le diverificazioni e le alleanza per partecipare alle gare.
«Vogliamo portare avanti una politica di diversificazione, abbiamo acquisito il capitale di Cart Acqua e quindi siamo entrati nel servizio idrico integrato. Nella distribuzione stiamo partecipando alla gara che ha indetto A2A e crediamo di aver presentato un ottimo progetto. Siamo poi impegnati nell’eolico, nel biometano e nell’idroelettrico, motivo per cui ci eravamo interessati agli asset di Erg. Era un asset molto rilevante, tenuto conto della nostra dimensione, e crediamo di aver partecipato in modo dignitoso. Ci siamo dovuti confrontare con il primo operatore italiano che ha una capitalizzazione 73/74 volte superiore alla nostra. L’offerta fatta con Iren era ottima, molto sfidante, ma i numeri sono numeri. Ci sono operatori che possono permettersi certe cifre, noi non potevamo fare questo tipo di scelta, per la nostra dimensione e anche per il nostro azionariato».
Quindi non è stata una gara persa.
«Siamo una società che va bene, che porta risultati al territorio. È un dispiacere e un rammarico per tutti noi che lavoriamo in Ascopiave vedere che a volte qualcuno critica per partito preso il nostro lavoro, in maniera illogica e del tutto pretestuosa. Siamo un gruppo che non vuole solo crescere, ma vuole anche supportare e servire il territorio, con una logica non soltanto di mercato».
Siete aperti a tutti gli operatori per costituire partnership?
«Non ci sono dei partner preferiti, le opportunità vengono valutate di volta in volta. Come abbiamo fatto con Aemme Linea Distribuzione e Ned Reti Distribuzione per Milano 2 e Milano 2. Quando ci saranno occasioni le valuteremo così come i nostri eventuali partner». —
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