Chiari: «In A4 non c’è l’effetto Pedemontana, la soluzione migliore è la quarta corsia»

L’analisi del Dg di A4 Holding in vista della scadenza della concessione della tratta: «Per l’alta velocità da Brescia a Verona già fatte opere di esproprio. Il tracciato prevede lo spazio»

Giorgio Barbieri

«I primi dati mostrano un impatto limitato della Pedemontana Veneta sul traffico lungo l’autostrada A4. Abbiamo registrato un leggero calo soprattutto per quanto riguarda il traffico pesante. E proprio alla luce di questi elementi siamo convinti della necessità di realizzare la quarta corsia in entrambi i sensi di marcia».

Parola di Bruno Chiari, direttore generale di A4 Holding (controllata dalla spagnola Abertis, il cui principale azionista è Mundys della galassia Benetton), la società che gestisce la ricca autostrada Brescia-Padova e la Valdastico attorno alle quali si giocherà buona parte del complesso risiko autostradale dei prossimi anni. La scadenza della concessione è fissata per il 31 dicembre 2026 e per quella data sarà certamente chiaro se il sogno di un federalismo autostradale accarezzato da Luca Zaia sarà stato sacrificato al disegno centralistico architettato da Matteo Salvini attraverso la società Autostrade dello Stato. A4 Holding, va sottolineato, a Nord Est ha un’altra importante partecipazione azionaria, dentro l’A22 del Brennero, e dalla quale sembra non avere alcuna intenzione di uscire.

Bruno Chiari, a proposito di Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’anno scorso avete presentato il progetto per la quarta corsia nel tratto autostradale fra Brescia e Padova, uno dei più trafficati d'Italia.

A che punto siamo?

«Il nostro piano è stato inviato più di un anno e fa e da allora ci aspettavamo di ricevere da Roma delle riflessioni che però non sono ancora arrivate. Nel frattempo i livelli di traffico sono rimasti gli stessi e da qui alla fine della concessione si poteva almeno guadagnare un po’ di tempo mandando avanti le fasi di progettazione. Ci tengo a sottolineare che noi non facciamo politica viabilistica, siamo un braccio operativo e offriamo soluzioni gestionali a chi di competenza».

Tra queste c’è appunto la quarta corsia. La Regione Veneto però sostiene che non serve perché ormai c’è la Pedemontana e che non ci sono neanche gli spazi fisici per realizzarla. È così?

«È un ragionamento che posso capire da Montecchio a Padova. Ma da Brescia a Montecchio la situazione del traffico non è cambiata e non vedo molte alternative al progetto della quarta corsia. In più da Brescia a Verona sono già state fatte le opere di esproprio per la realizzazione dell’alta velocità ferroviaria, il cui tracciato tiene già in conto la quarta corsia autostradale».

Sembra essere tornato d’attualità anche il prolungamento della Valdastico. Le associazioni di categoria cono favorevoli, mentre sembrano più tiepidi gli enti locali. Ritiene che il progetto si stia rimettendo in moto?

«In effetti a Trento la discussione, dopo anni di battaglie ideologiche, ha avuto alcuni passaggi formali importanti. Le associazioni di categoria, dagli imprenditori ai commercianti, chiedono che il progetto vada avanti. Noi abbiamo presentato le nostre soluzioni e attendiamo risposte dal nostro interlocutore che è il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che sta però attendendo che in Provincia trovino un accordo definitivo».

In vista della scadenza della concessione sembrano essere tre gli scenari possibili: che la Regione del Veneto decida di intervenire nella gestione tramite la sua partecipata Cav, che il governo avochi a sé la gestione diretta della tratta Brescia-Padova o che si proceda ad una gara per la sola gestione della tratta autostradale. In quest’ultimo caso sareste interessati a partecipare?

«Sono scelte che ovviamente competono all’azionista. Quello della sola gestione è un modello nuovo che deve essere valutato prima di prendere qualsiasi decisione. Ovviamente sarebbe di certo più allettante imprenditorialmente poter partecipare a una gara che non sia di sola gestione delle infrastrutture, ma che permetta anche un piano concreto di investimenti a medio e lungo termine. In questi ultimi vent’ anni abbiamo investito oltre due miliardi di euro in manutenzione, opere e progetti sul territorio delle cinque province dove insistono le autostrade che abbiamo in concessione. Abbiamo dimostrato con i fatti di essere capaci di pianificare e gestire al meglio questa rete. Sono certo che lo sapremo fare ancora meglio in futuro se ne avremo la possibilità».

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