Ferrovie, record di cantieri in Veneto: anno difficile per i viaggi in treno. Tutto quello che c’è da sapere
Una decina di interventi entro il 2025 per modernizzare la rete. I disagi: linee interrotte, orari cambiati. Ecco tutte le tratte interessate, annunciata una campagna di informazione tra i passeggeri. Il punto con l’assessora De Berti

Per chi viaggia in treno in Veneto ci sono una bella e una brutta notizia. La prima è il numero di cantieri attivi da qui al 2028 e che porteranno a un significativo ammodernamento della rete oltre che una improrogabile messa in sicurezza.
La seconda è che da questo massiccio piano di investimenti, frutto in parte dei fondi Pnrr e della necessità di rispettare i relativi tempi prescritti, deriva inevitabilmente una altrettanto considerevole quantità di disagi. Che nel dettaglio significano: linee interrotte, percorsi deviati, fermate cancellate, orari cambiati, ritardi certi.
Ferrovie ha annunciato al riguardo, con il suo ad Stefano Antonio Donnaruma, una campagna di informazione ad hoc per comunicare per tempo ai passeggeri i ritardi e i disagi. E su alcune tratte si prospetta una vera e propria via crucis. Partiamo da qui, da quello che dovrà aspettarsi chi per dovere o per piacere sceglie il treno.
Un anno di cantieri
Sono una decina gli interventi migliorativi programmati nel corso dell’anno, stando al Piano straordinario per l’Italia in Movimento di Rfi. Muoversi da qui a fine 2025 non sarà facile. E ce ne sarà per tutti, da qualunque parte si voglia andare.
Si inizia sabato 22 marzo con la linea Verona-Venezia: dalle 20.10 fino alle 7.50 di domani, tra la stazione di Verona Porta Nuova e quella di Vicenza, sospensione della circolazione per i lavori di manutenzione e potenziamento infrastrutturale. Il che significa treni regionali parzialmente cancellati e sostituiti da bus, variazioni di percorsi e orari, niente fermate a Vicenza, San Bonifacio e Verona Porta Vescovo. A farne le spese anche i Frecciarossa e gli Euronight.
Si tratta solo di un antipasto, in fondo il disagio dura appena una manciata di ore. Tempo pochi giorni e domenica 30 marzo si entra nel vivo: nove mesi di lavori, quelli di elettrificazione, sulla Adria-Venezia Mestre. Le corse verranno sostituite dai bus ed è evidente che cambieranno percorsi e orari.

L’estate non è facile per chi da Rovigo deve andare a Chioggia: qui il cantiere sul ponte del canale Po Brondolo dovrebbe cessare il 4 luglio. Nella tratta Rovigo-Chioggia ci sono inoltre i lavori per il nuovo sistema ertms.
Se dal mare si passa alla montagna, allora, i disagi si fanno pesantucci. L’elenco di Rfi parla di un anno decisamente movimentato. Sulla tratta Feltre-Belluno c’è, fino al 14 giugno, l’interruzione per elettrificazione del bacino veneto: 158 giorni. Alla fine però arriverà il treno diretto Padova-Belluno. Stessa scadenza per la Montebelluna-Feltre.
Tratta Calalzo-Ponte nelle Alpi: dal 30 marzo e fino al 14 giugno, c’è la prima interruzione di 76 giorni per manutenzione straordinaria; qualche mese di pausa e si riparte a settembre fino a dicembre. Finito? Macché. Dal 14 settembre al 13 dicembre tra Ponte nelle Alpi e Conegliano 90 giorni di stop per la sistemazione della stazione di Ponte nelle Alpi e per il sottopasso di Vittorio Veneto.
Ad agosto 21 giorni di interruzione sulla tratta Verona Porta Vescovo-Vicenza per manutenzione straordinaria armamento. E poi Mantova-Rovigo: 7 giorni di stop a giugno; Brescia-Verona interruzioni varie nel corso dell’anno per l’Alta Velocità. Tra Isola della Scala e Legnago 7 giorni di disagio a giugno. A Venezia Mestre sono in corso i lavori per il collegamento con l’aeroporto e sono previste puntuali interruzioni di linea da 30 ore nel corso dell’anno.
I grandi progetti
Tra i molti cantieri vanno evidenziati quelli (una decina) che apriranno o continueranno nei prossimi anni e che sono destinati a cambiare il volto del trasporto ferroviario. Ci sono gli interventi per le Olimpiadi 2026 che toccheranno Belluno, Sedico, Feltre, Ponte nelle Alpi, Longarone. C’è il collegamento ferroviario con l’aeroporto di Venezia: la realizzazione di un doppio binario che si stacca dalla Mestre-Trieste affiancando a est la bretella autostradale per il Marco Polo.
Ci sono l’ulteriore potenziamento della Venezia Mestre-Venezia Santa Lucia, la seconda fase dell’elettrificazione, il potenziamento della Padova-Castelfranco, l’apparato centrale computerizzato della stazione di Verona Porta Nuova, l’upgrade del sistema di distanziamento della Bologna-Verona e naturalmente tutto il progetto dell’Alta Velocità nei suoi diversi stralci.
De Berti: «Olimpiadi, lavori completati entro fine anno»
Collegamento ferroviario con l’aeroporto di Venezia, Alta Velocità Brescia-Padova, interventi in vista dell’Olimpiade invernale 2026. Eccoli qui i tre big, i progetti che daranno un volto nuovo al sistema ferroviario veneto dei prossimi anni. Nel Piano Commerciale del Gruppo i progetti in questione figurano nel cronoprogramma del quadriennio 2024-2028.
E l’assessora regionale alle Infrastrutture Elisa De Berti dà il quadro della situazione con riferimento allo stato di avanzamento delle opere.

Iniziamo dal collegamento con l’aeroporto di Venezia: sono aperti da tempo i cantieri per il potenziamento tecnologico.
«L’opera era parzialmente finanziata e l’averla inserita come collegamento strategico per le Olimpiadi ha permesso di accelerare le procedure in quanto è stata data priorità all’investimento; investimento che inizialmente era di 430 milioni salendo poi a 644 milioni. Nel 2026 vedremo quindi il completamento».
Il collegamento sarà pronto per l’apertura dei Giochi?
«La ditta ha avuto qualche problema, ma sicuramente l’opera ci sarà nel 2026».
Tav veneta: in occasione del forum nella redazione dei quotidiani Nem, lei ha spiegato che serviranno dieci anni per il completamento dell’Alta Velocità su Padova. Quali sono i punti attualmente più complessi?
«La tratta Brescia est-Verona, 3,1 miliardi di investimenti, sarà completata nel 2026. A Verona ci sono il nodo est e quello ovest: per quest’ultimo iniziano i lavori mentre per l’altro c’è un problema con il nuovo ponte sull’Adige: mancano alcuni pareri. Il tratto Verona- Bivio Vicenza è interamente finanziato, con 3,3 miliardi, e verrà ultimato nel 2026».
E poi c’è la complessità di Vicenza.
«Inizialmente la Tav doveva andare da Verona a Padova senza toccare Vicenza. Che ora sta assorbendo molte risorse ferroviarie. L’attraversamento è difficile e poi c’è il nodo dell’uscita dalla città. Rfi ha fatto una proposta tecnicamente sostenibile e da tre anni stiamo aspettando di capire la migliore soluzione. Stiamo attendendo che Vicenza condivida la scelta. Le possibilità sono diverse: si arriva persino a una proposta che prevede un costo di 300 milioni per chilometro. I chilometri in tutto sono quattro».
Oltre a Vicenza c’è il caso Padova con la stazione da rifare e con il progetto attualmente fermo.
«Oltre alla soluzione di uscita attendiamo anche il Prg di Padova, il progetto relativo alla stazione che attualmente non è strutturata per ricevere il maggiore traffico derivante dall’Alta Velocità. In termini di finanziamenti le somme sono di 1 miliardo per il Prg e di 2-3 miliardi per la tratta Vicenza-Padova. Poi c’è anche la questione dell’ingresso a Verona. Una volta realizzata, l’Alta Velocità sarà importante anche per il trasporto merci perché, liberando la linea, evita accumuli di ritardi».
Il terzo grande intervento sulla rete ferroviaria veneta è relativo all’accessibilità a Cortina per i Giochi olimpici. Come siamo in termini di avanzamento?
«C’è stata un ’accelerazione sull’elettrificazione e a fine anno ci sarà il completamento della tratta Belluno-Feltre e Montebelluna-Padova. Tanto che verrà introdotto il diretto da Padova. L’intervento si era reso necessario per superare il problema dei treni che non ce la facevano a salire e della successiva introduzione della rottura di carico che impone il cambio a Montebelluna. Con l’intervento in corso si potrà tornare al treno diretto».
Per i pendolari, ma non solo, questo sarà un anno difficile, con molti cantieri aperti e conseguentemente molti disagi.
«Le manutenzioni devono essere assolutamente fatte per garantire la sicurezza che è prioritaria. Però è indispensabile che ci sia la comunicazione adeguata da parte di Trenitalia e questo l’ho preteso espressamente. Il pendolare deve essere messo nelle condizioni di conoscere gli eventuali disagi che interessano il suo tratto».
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