Il cda di Atlantia dà l’ok: finisce l’era dei Benetton in Autostrade per l’Italia

Il cda di Atlantia ha dato mandato a Cerchiai e Bertazzo per firmare la cessione. La firma è attesa per l’11 giugno e prevede la vendita dell’88 per cento Aspi al consorzio guidato dalla Cdp. L’accordo è sottoposto ad alcune condizioni sospensive che dovranno verificarsi entro il 31 marzo 2022 diversa data che verrà concordata tra le parti, ma comunque non oltre il 30 giugno 2022

Roberta Paolini
Roma 17/09/2019, riunione straordinaria del cda di Autostrade per le comunicazioni dell'amministratore delegato. Nella foto l sede della societa'
Roma 17/09/2019, riunione straordinaria del cda di Autostrade per le comunicazioni dell'amministratore delegato. Nella foto l sede della societa'

ROMA. Entro l’11 di giugno dovrebbe essere firmato l’accordo per la cessione dell’88% di Autostrade per l’Italia alla cordata guidata da Cdp e che vede coinvolti anche i fondi Blackstone e Macquarie.

Il via libera del cda di Atlantia alla cessione della quota è arrivato puntualmente ieri. Il board della holding, infatti, riunitosi sotto la presidenza di Fabio Cerchiai, ha approvato l'offerta vincolante del consorzio, così come indicato dalla maggioranza dei soci, che il 31 di maggio si sono espressi in assemblea con il parere favorevole espresso dal 86,86% del capitale sociale.

Il cda ha quindi conferito mandato al presidente Fabio Cerchiai e all'amministratore delegato Carlo Bertazzo per la finalizzazione e la sottoscrizione dell'accordo nel rispetto della scadenza dell'11 giugno.

Atlantia, controllata da Sintonia-Edizione dei Benetton, ha ricordato in una nota che l'accordo è sottoposto ad alcune condizioni sospensive che dovranno verificarsi entro il 31 marzo 2022 ('Long Stop Date') o la diversa data che verrà concordata tra le parti, ma comunque non oltre il 30 giugno 2022. L'accordo di cessione prevede che il closing non possa comunque avvenire, anche in caso di avveramento delle condizioni, prima del 30 novembre 2021.

Le condizioni sospensive sono l’approvazione del Piano Economico Finanziario, l’approvazione dell’atto transattivo con il Ministero dei trasporti che chiude la procedura di revoca avviata all’indomani del crollo del Ponte Morandi nel 2018. Inoltre c’è l’approvazione dell’atto aggiuntivo, che introduce nella convenzione vigente un addendum, che è il nuovo sistema Regolatorio Art con il nuovo andamento tariffario. Infine servirà l’ok dell’Antitrust. Poi c’è l’esenzione dell’opa su Autostrade Meridionali, società di cui ASPI detiene il 58,98% del capitale. Infine c’è la questione della golden power.

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