Il Porto di Trieste sperimenta le comunicazioni quantistiche

Con Venezia e Ravenna l’Autorità ha ottenuto un finanziamento Pnrr da 1,5 milioni. La tecnologia Qkd consente di criptare messaggi e dati. «Concept avanzatissimo»

Diego D'Amelio
Un'immagine del porto di Trieste. ANSA
Un'immagine del porto di Trieste. ANSA

Applicare le nuove tecnologie quantistiche alla sicurezza delle comunicazioni e delle filiere logistiche. È l’obiettivo che l’Autorità portuale di Trieste perseguirà assieme alle consorelle di Venezia e Ravenna, grazie al finanziamento Pnrr da un milione e mezzo appena assegnato dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

Il progetto denominato “Porto digitale resiliente” guarda a molti aspetti del problema: governance e programmazione cyber, gestione del rischio e della continuità operativa, risposta agli incidenti, gestione delle identità digitali e degli accessi, sicurezza di applicazioni, dati e reti attraverso nuovi sistemi e tecnologie.

E qui fa la sua comparsa la tecnologia quantistica. I piani prevedono lo sviluppo della Quantum Key Distribution, ovvero l’impiego di chiavi quantistiche per criptare messaggi e dati. La Qkd è al momento una tecnologia blindata al 100% per cifrare le comunicazioni contro ogni forma di hackeraggio. Il sistema genera due copie della stessa chiave mediante lo scambio di fotoni tra due terminali della comunicazione. Se un hacker tenta di intromettersi e copiare la chiave, modifica il processo, venendo scoperto in tempo reale e provocando l’immediata interruzione del flusso.

L’Autorità portuale triestina lavora da tempo a queste soluzioni. Al 2022 risale la convenzione con Sissa, Università di Trieste, Area Science Park e Cnr, cui si sono poi aggiunte realtà private come Tal-Siot (la società di gestione dell’Oleodotto transalpino), Telsy (controllata di Tim specializzata in cybersicurezza) e Quantum Telecommunications Italy (prima impresa italiana a produrre sistemi Qkd).

È invece dell’anno scorso il memorandum di intesa fra i porti nord adriatici del Napa, con cui Ravenna, Venezia, Trieste, Capodistria e Fiume si sono impegnate a promuovere fcollaborazioni sulle chiavi quantistiche. Il progetto Pnrr appena finanziato è stato presentato non a caso dall’Autorità dell’Adriatico orientale assieme a Venezia e Ravenna. I piani prevedono l’installazione di apparati Qkd nei tre scali, che saranno collegati attraverso una fibra ottica dedicata. Nascerà così il primo nucleo di una rete quantistica nazionale che potrà gradualmente collegare i porti italiani.

Il commissario Vittorio Torbianelli sottolinea che «i porti del Nord Est investono su un concept avanzatissimo, dimostrando che al di fuori dei traffici i porti non sono in competizione ma possono lavorare assieme: è quella continuità innovativa che ci consente di essere pionieri a livello nazionale».

La sicurezza dei dati è d’altronde fondamentale per uno scalo come quello triestino, a servizio prevalente di clientela internazionale e operante in settori strategici come l’energia. E proprio la presenza degli oltre 700 chilometri di oleodotto fa immaginare la possibilità di realizzare un’autostrada quantistica che colleghi Trieste all’Europa centrale. Un programma che va di pari passo con la possibilità di fare di Trieste il punto di sbocco adriatico di cavi digitali sottomarini. —

Riproduzione riservata © il Nord Est