Porto di Chioggia, crisi sempre più grave. «Paghiamo anni di incuria»

Perse 313 mila tonnellate nei primi mesi del 2020, con un calo di oltre il 30 per cento. Calascibetta: «Disastro accessibilità nautica, subito l’escavo dei canali»
Agostini vch01a Ruggeroa Donaggio Chioggia: porto di Val da Rio,a bordo di una delle due chiatte per la navigazione fluviale
Agostini vch01a Ruggeroa Donaggio Chioggia: porto di Val da Rio,a bordo di una delle due chiatte per la navigazione fluviale
CHIOGGIA
 
Azzerate le rinfuse liquide, crollo delle rinfuse solide. Il porto di Chioggia, in piena crisi, perde nei primi nove mesi il 33% dei traffici sul 2019 che già si era chiuso con un -40% sul 2018. A chiedere immediate attenzioni per lo scalo è il presidente del comitato Rilancio del porto, Alfredo Calascibetta, che ribadisce la necessità di avviare i lavori di escavo di canali e banchine. 
 
Nei primi nove mesi del 2020 il porto di Chioggia ha perso 313 mila tonnellate di traffico. La flessione è dovuta all’azzeramento delle poche rinfuse liquide, costituite da prodotti chimici, transitate nel porto nel 2019, e dal calo del 9% delle rinfuse solide, specialità dello scalo, perlopiù prodotti metallurgici e per l’edilizia (cemento, calce, malta) che perdono 64 mila tonnellate rispetto ai primi tre trimestri 2019. In calo del 64.5% il general cargo. Unica eccezione positiva i prodotti chimici solidi che crescono del 20% raggiungendo le 105 mila tonnellate. 
 
«I numeri ufficiali confermano il crollo di cui parliamo da oltre un anno», spiega Calascibetta, «nei primi nove mesi perdiamo il 33% ma rispetto a un anno già nero perché il 2019 si era chiuso con un -40%, quindi se la matematica non è un'opinione l’anno si chiuderà con un negativo molto pesante. Il nostro porto paga sicuramente il crollo delle esportazioni a livello nazionale, ma paga anche il prezzo di problemi “propri”. I lavori sulla Romea ci hanno cancellato dai traffici remunerativi del project cargo con impiantistica e colli eccezionali».
 
Rimane poi il grande problema dei fondali insabbiati. L’Autorità di sistema portuale ha completato la redazione del progetto per la manutenzione degli accosti e sta attendendo l’autorizzazione per l’avvio dei lavori da parte del Provveditorato alle opere pubbliche.
 
«L’accessibilità nautica purtroppo è disastrosa», spiega Calascibetta, «il nostro porto ha necessità di disporre di 8 metri di pescaggio, senza più attendere. Dei 50 milioni di euro, stanziati per gli scavi di Venezia e di Chioggia, non sappiamo ancora quanto sarà destinato a noi, di certo dovranno servire per aumentare i pescaggi di tutto il porto, dall’entrata fino a Val da Rio, non solo per fare le pulizia sotto banchina. Paghiamo anni di ritardi e di mancata manutenzione». 
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