Porto di Ravenna, il grande balzo: nuovo hub per merci e crociere
Un miliardo di investimenti pubblici e altri quattro privati per lo scalo adriatico che punt a diventare polo di primo piano in Italia e nel Mediterraneo
«Il porto di Ravenna è tradizionalmente multi-purpose e lo resterà anche in futuro: vogliamo tanti business, in diversi settori, per garantire una stabilità del porto e dell’area economica».
Daniele Rossi, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale, ha aperto - il 23 ottobre 2024 a Ravenna - l’Adria Shipping Summit, due giorni dedicata al mondo marittimo, portuale, logistico e produttivo dell’Alto Adriatico.
E il futuro di Ravenna non sarà solo traffico merci, spazio anche alla crocieristica.
Il piano operativo cambierà il volto dello scalo adriatico. Attorno al progetto Ravenna Port Hub, l’Autorità ha attratto investimenti pubblici per un miliardo, cui si aggiungono altri 4 miliardi da privati, come Snam, Rfi, Anas, Eni, Progetto Agnes.
«Il porto di Ravenna ha una lunga tradizione commerciale e industriale, sviluppatasi dal Dopoguerra in poi, e ha svolto un ruolo importante per lo sviluppo dell’area - spiega il presidente Rossi -. Ora è operatore di primo piano della logistica in Italia e Mediterraneo, con 3 mila navi che entrano e 9 mila treni che escono. Abbiamo investito nelle nuove infrastrutture, come banchine, retroporto, strade, ferrovie, fondali, logistica, digitalizzazione e cyber security».
Le opere realizzate garantiranno un flusso operativo a pieno regime e costante, oltre che un maggiore livello di sicurezza della navigazione e dei lavoratori e sostenibilità ambientale ed energetica. Prevista inoltre la crescita nella movimentazione container: obiettivo 500 mila Teu nei prossimi anni.
A fine dicembre tutte le banchine saranno raggiungibili con 12,5 metri di fondali, in modo da accogliere navi di maggiori dimensioni. Con i nuovi lavori, che si concluderanno nel 2026, i fondali toccheranno i 14,5 metri di profondità e verrà realizzato un impianto trattamento per i fanghi da escavi.
Ai lavori dell’Autorità si affiancano gli interventi dei privati: il rigassificatore Snam (1 miliardo); le opere di Rfi (125 milioni), quelle di Anas (140 milioni) e gli investimenti privati (per complessivi 580 milioni). A questi si dovranno ancora aggiungere il progetto di Agnes per un campo eolico in mare (1 miliardo) e quello di Eni per un impianto di carbon capture e storage (1 miliardo).
«Vogliamo giocare un ruolo anche nella crocieristica - spiega ancora Daniele Rossi - realizzeremo entro il 2026 la nuova stazione marittima da 40 milioni, 34 a carico di Royal Caribbean. L’anno scorso abbiamo chiuso a 330 mila crocieristi, partendo da zero e in due anni. Nel 2026 arriveremo a 500 mila crocieristi, sarà il limite della struttura».
La progettazione dello sviluppo portuale di Ravenna è iniziata otto anni fa e punta a garantire prosperità per il prossimo secolo. Vengono restituiti nuovi spazi alla portualità (rifacimento di una decina di banchine risalenti agli anni Sessanta adeguandole ai nuovi fondali e alla normativa anti sismica, realizzazione di una nuova banchina di 1 chilometro ex novo per ospitare il nuovo terminal container).
Poi saranno aggiunte nuove aree logistiche per l’insediamento di attività industriali.
Al progetto Hub si affiancano altri investimenti in fieri: diga frangiflutti (270 milioni); impianto di cold ironing per alimentare con energia elettrica le navi da crociera in banchina (35 milioni, in project financing); impianto fotovoltaico con elettrolizzatori per la conversione di parte dell’energia prodotta in idrogeno green (35 milioni); altre banchine (160 milioni) e ulteriori interventi (per 70 milioni).
Riproduzione riservata © il Nord Est