Porto di Venezia, traffici in calo ma ci sono segnali di ripresa grazie ai container
VENEZIA. La pandemia è tutt’altro che passata e i suoi effetti nel settore del trasporto marittimo nazionale e internazionale continuano a fari sentire anche nei porti lagunari di Venezia e Chioggia, sia sul fronte del traffico merci che dei passeggeri, a cominciare dai croceristi. In compenso, secondo l’Autorità di Sistema Portuale ci sono anche «segnali di miglioramento nel periodo tra luglio e settembre rispetto ai primi due trimestri dell’anno».
I dati diffusi dall’ente portuale, relativi al terzo trimestre, confermano la flessione dei traffici 2020 per i porti lagunari: nei primi nove mesi di quest’anno il porto di Venezia ha perso 2 milioni di tonnellate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-11%) passando da 18 milioni di tonnellate di merci a 16 milioni, mentre il porto di Chioggia perde ancor di più, o circa 313 mila tonnellate (-33%). A contribuire maggiormente al calo dei traffici è il crollo delle importazioni di carbone (-69,5%) a causa del progressivo abbandono di questo combustibile fossile molto inquinante come fonte energetica nazionale. Se non si considera il carbone, infatti, la flessione registrata a Venezia tra gennaio e settembre scenderebbe al -7%.
Il calo dei traffici continua anche per quanto riguarda i prodotti raffinati del petrolio (-6%), i prodotti chimici (-3%) e rinfusa liquide come oli e derivati del petrolio (-35%) movimentati a Porto Marghera. Il traffico di rinfuse solide ha registrato un -19,9% (-903 mila tonnellate), con una flessione del 62 % dei carichi di cereali e del 15 % di cemento e minerali. Il general cargo (merci in contenitori) ha registrato un -9,7% (-712 mila tonnellate); mentre il traffico di prodotti metallurgici nei primi nove mesi del 2020 ha avuto un’impennata (+ 6,3 %), come pure le rinfuse solide (+18,9%). In calo dell’11 % anche i container.
Il record negativo, con un calo del 78,4%, riguarda il traffico passeggeri dei traghetti (che comprende il collegamento veloce con la Croazia, mentre il traffico crocieristico è rimasto sostanzialmente fermo quest’anno con 5.653 passeggeri rispetto agli 1,316 milioni dell’anno precedente (-99,5%).
Nel porto di Chioggia risultano addirittura azzerate le poche rinfuse liquide (prodotti chimici) transitate nel porto e in flessione del 9% le rinfuse solide, vera specialità dello scalo, in particolare i prodotti metallurgici e per l’edilizia (cemento, calce, malta) e che perdono circa 64 mila tonnellate rispetto ai primi tre trimestri 2019. Unica eccezione i prodotti chimici solidi che crescono del 20%.
In questo quadro, non certo lusinghiero sia per Venezia che per Chioggia, il commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare, Pino Musolino, vede comunque un po’ di luce, sempre che la seconda ondata della pandemia non si aggravi al punto di causare un nuovo lockdown generalizzato.ù
«Ci cono segnali di miglioramento nel periodo tra luglio e settembre rispetto ai primi due trimestri di quest’anno», sottolinea Musolino, «il calo congiunturale è stato del -8,5% rispetto al -14,3% del periodo aprile-giugno, e questo senza considerare la “zavorra” dei prodotti carboniferi che, inevitabilmente date le scelte energetiche nazionali, sono destinati a divenire residuali nella composizione delle merci scambiate nei nostri porti. Il terzo trimestre, inoltre, presenta dati positivi per il settore Ro-Ro, con più 24 mila tonnellate, un risultato trimestrale migliore registrato da giugno 2019. Nel settore energetico, malgrado il calo cronico del carbone, il terzo trimestre è il migliore del 2020. Lo stesso vale anche per i container, dove si intravede una tendenza al miglioramento nel terzo trimestre 2020 nonostante i valori tuttora inferiori a quelli dell’anno precedente». —
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