Innovazione ad alta quota: risanati i muri del Rifugio Boè a 3.000 metri d’altezza

I ricercatori di Eurac Research hanno contributo all’isolamento delle pareti storiche dell’edificio grazie al loro know-how tecnico e richiesto da tutta Europa

BOLZANO. L’innovazione sale in alta quota, a 2.873 metri, per l’esattezza. Nuovo prestigioso incarico portato perfettamente a termine dai ricercatori di Eurac Research. Il Centro di Ricerca con sede a Bolzano è stato contattato infatti per il risanamento delle pareti esterne del Rifugio Boè, sulle Dolomiti, dove è cominciata a scendere la prima neve.

La struttura è in fase di ristrutturazione, i lavori sono a buon punto, e il cantiere si appresta a chiudere in vista dell’inverno. La nuova ala è finita e gli operai stanno ultimando anche il risanamento della parte storica, che risale addirittura al 1898, isolata dall’interno per garantire un comfort abitativo adeguato. Per progettare al meglio questo aspetto, la ditta Fanti Legnami che coordina i lavori, ha richiesto l’intervento prezioso degli esperti di risanamento energetico degli edifici storici di Eurac Research.

I ricercatori hanno studiato le condizioni climatiche dell’area in cui si trova il rifugio di proprietà della Società degli Alpinisti Tridentini e analizzato nel loro Hygrothermal Testing Lab alcuni campioni dei muri per determinare le proprietà della roccia. I dati raccolti sono stati successivamente inseriti in un innovativo software di simulazione per consigliare la soluzione migliore per l’isolamento del rifugio. 

Rifugio Boè, un intervento a 3.000 metri d’altezza

Partiamo da un presupposto fondamentale: applicare un cappotto esterno ad una struttura è come rivestirla con una giacca protettiva per l’inverno. Una soluzione che può funzionare per molti tipi di edifici, ma non per quelli storici (o quanto meno non sempre), che vanno invece restaurati con cura cercando di non danneggiarne l’aspetto esteriore.

“Per la parte storica del Rifugio Boè abbiamo cercato una soluzione in grado di escludere l’insorgenza di danni da umidità nei muri e nelle teste delle travi in legno incassate nelle pareti. Inizialmente non avevamo a disposizione dati climatici precisi e nemmeno informazioni certificate sulle proprietà termo-igrometriche della dolomia, la pietra che costituisce i muri, ma poi ci siamo attrezzati” spiega Marco Larcher, fisico di Eurac Research e responsabile del progetto HyLab.

Per risalire alle condizioni climatiche necessarie, i ricercatori hanno usufruito delle rilevazioni effettuate da una stazione meteo situata vicino al rifugio. Entrati in possesso dei dati, il team di Larcher ha lavorato in laboratorio su alcuni campioni di muro per determinare le caratteristiche della pietra. Così sono riusciti a calcolare lo spessore ideale per l’isolamento e definire una strategia per proteggere la parete esterna dalla pioggia e dalla neve.

In questi giorni gli esperti di Eurac Research sono saliti in quota per terminare l’allestimento del sistema di monitoraggio alimentato a energia solare che misurerà temperature e umidità nei muri. I sensori permetteranno di analizzare le effettive performance dell’isolamento e di dare ai gestori consigli pratici per utilizzare il rifugio al meglio. Oggi esistono pochi dati scientifici su interventi di isolamento interno in rifugi di alta montagna, questo lavoro sarà quindi molto importante anche per acquisire competenze utili per il futuro. 

Il laboratorio per il risanamento di edifici storici

Il laboratorio per il risanamento degli edifici storici dell’Istituto delle Energie Rinnovabili di Eurac Research si trova negli innovativi spazi di NOI Techpark, a Bolzano Sud. Qui, quotidianamente, gli esperti e i ricercatori analizzano, studiano e individuano le migliori soluzioni per preservare il valore storico degli edifici in fase di ristrutturazione e per creare il miglior isolamento. E lo fanno su edifici di tutta Europa.

“Ci ha fatto molto piacere essere contattati per questo tipo di consulenza, significa che si sta diffondendo sempre di più la consapevolezza che il risanamento del patrimonio storico richiede competenza e un’attenzione particolare. Il nostro Hygrothermal Testing Lab al NOI Techpark è nato proprio per studiare questi casi e fornire una consulenza di alto livello” commenta Alexandra Troi, responsabile del gruppo di ricerca sul risanamento energetico degli edifici storici di Eurac Research.

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