Innovazione e sostenibilità, strada obbligata al Cafc per una gestione efficiente tra le aziende del Nordest

È la prima realtà regionale nell’ambito del ciclo idrico integrato Sperimentata in alcune aree la telelettura dei contatori da remoto 

Innovazione e sostenibilità come strada obbligata per una gestione efficiente di un bene prezioso come l’acqua, al tempo stesso diritto e risorsa limitata. È sempre più ispirata a questi criteri la mission di Cafc spa, la prima realtà del Friuli Venezia Giulia nell’ambito del ciclo idrico integrato.

Tra le innovazioni più recenti la sperimentazione, in alcune aree del territorio, degli “smart metering” per la telelettura dei contatori da remoto, che consentono il controllo a distanza dei contatori e la fatturazione “in tempo reale” dei consumi. «Un’innovazione – spiegano i vertici della public utility udinese, che ha recentemente confermato Salvatore Benigno alla guida del suo cda – che si colloca in una logica di Smart City, finalizzata alla progressiva applicazione anche al servizio idrico dei processi di digitalizzazione».

Si tratta di un obiettivo irrinunciabile per una realtà che oggi, alla chiusura di un decennio che ha visto l’incorporazione del “Tubone” (Consorzio depurazione laguna) e di Carniacque spa, oltre all’acquisizione del servizio idrico della città di Udine, serve un bacino di 121 comuni e 473 mila abitanti, gestisce 6 mila chilometri di acquedotto, 4 mila di rete fognaria, 500 impianti di depurazione e un volume erogato annualmente di 36 milioni di metri cubi d’acqua potabile, con tassi di perdita inferiori alla media nazionale.

Per partecipare all’evento bisogna registrarsi sulla piattaforma GEDI, fatelo qui


Sempre nel segno dell’innovazione l’avvio del ricorso a tecnologie di realtà aumentata nell’attività di manutenzione delle reti, con supporto in remoto ai tecnici presenti in loco per interventi analisi e ricerca-guasti negli impianti, l’utilizzo di una piattaforma telematica per la gestione di gare e acquisti, l’implementazione del software Eam (Enterprise asset management) per la gestione degli asset aziendali, con particolare riguardo all’attività di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti e delle reti.

«La volontà del cda – spiegano ancora i vertici del Cafc presieduto da Salvatore Benigno – è quella di migliorare ulteriormente le infrastrutture per l’ottimizzazione continua degli impianti e delle reti, con una rigida attenzione al miglioramento dei trattamenti di potabilizzazione e depurazione, al risparmio energetico, all’automazione dei processi, allo sviluppo di modelli gestionali innovativi finalizzati alla riduzione dei costi industriali, anche promuovendo un maggiore coinvolgimento degli utenti, cittadini e imprese, nella definizione delle strategie aziendali».

Da qui anche la conferma di una vocazione sociale centrale per un’azienda espressione del territorio e totalmente pubblica: a testimoniarla la diminuzione della quota fissa per il settore acquedotto nell’ambito della nuova articolazione tariffaria, la richiesta di poter definire una tariffa agevolata per le zone maggiormente in difficoltà come la montagna, il passaggio della tariffazione a effettivo consumo per le imprese rispetto al previgente sistema ad abbonamento, più dispendioso per le piccole realtà, lo sviluppo di progettualità innovative per il riutilizzo dell’acqua da parte delle aziende idroesigenti, la scelta dell’utilizzo esclusivo di fonti “green”, a partire dal 2019, per il fabbisogno energetico del servizio.

Su questa stessa scia è stato anche lanciato un programma teso all’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica.

Riproduzione riservata © il Nord Est