Innovazione, transizione ecologica e digitale, dal Pnrr 110 milioni di euro a Nordest, di cui 43 alle imprese
E’ la dote di Inest, il consorzio con capofila l’Università di Padova che nasce come ecosistema dell’innovazione per potenziare i benefici delle tecnologie digitali nelle aree di specializzazione chiave di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. A Udine la presentazione
UDINE. Un pacchetto da 110 milioni di euro di cui 43 diretti alle imprese (di cui 15, il 40%, andranno riservati a progetti rivolti al Sud), da impegnare subito e con un’incognita: le risorse, questa volta umane, che si fa fatica a trovare, e un orizzonte temporale definito.
E una “postilla”: I bandi “ a cascata” dovranno partire a gennaio ’23, i progetti dovranno essere completati entro febbraio 2026. Si chiama Inest, acronimo di Interconnected Nord-Est Innovation, è un consorzio che nasce come ecosistema dell’innovazione con capofila l’Università di Padova, ma coinvolge - in un modello hub & spoke - tutti e 9 gli atenei del triveneto, compresa UniUd, UniTs e Sissa, di cui fanno parte 3 enti pubblici di ricerca e 12 soggetti privati. Tra questi il Polo tecnologico di Pordenone, Friuli innovazione, l’Autorità di sistema portuale Mare Adriatico Orientale.
Qual è l’obiettivo di Inest? Potenziare ed estendere i benefici delle tecnologie digitali alle aree di specializzazione chiave del territorio nordestino (Fvg, Veneto e Trentino Alto Adige) che sono i settori industriale-manifatturiero, agricoltura, mare, montagna, edilizia, turismo, cultura, salute e alimentare. La prima presentazione ufficiale di Inest è avvenuta ieri a Palazzo Torriani, sede di Confindustria Udine con la vicepresidente Anna Mareschi Danieli, Dino Feragotto, vicepresidente con delega all’innovazione, Angelo Montanari, prorettore dell’Università di Udine ma anche coordinatore del consiglio scientifico e componente il Cda del Consorzio Inest, e Giuliano Muzio, della Fondazione Bruno Kessler.
«Una delle priorità delle nostre imprese - ah rimarcato Anna Mareschi Danieli - è aumentare la produttività e il valore dei prodotti. In che modo? Attraverso l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo, che sono gli strumenti indispensabili per impedire che la manifattura (in un Paese che non possiede materie prime ma le trasforma, presidiando scarsamente il mercato con prodotti finiti) arretri». Non dimenticando altri fattori cruciali in questo particolare periodo storico, ovvero pianificare una crescita sostenibile. Il Fvg ovviamente non è all’anno zero, l’esperienza del Lab Village (che si prepara ad un ulteriore ampliamento), ha rappresentato un modello vincente di collaborazione tra università e imprese. Inest, che beneficia delle risorse del Pnrr, è un’occasione imperdibile per implementare questa collaborazione. Nove sono i “nodi”, spoke, di Inest, UniUd è il riferimento di quello dedicato alla tematica della transizione verde e digitale per la manifattura avanzata (UniTs presidia lo spoke dedicato all’economia del mare, la Sissa i metodi e le tecnologie per i gemelli digitali).
«Inest - ha aggiunto Feragotto - è il progetto approvato dal Mur che consacra il Friuli come centro di competenza dell’Advanced digital manufacturing valley. Le risorse andranno a finanziare sia la ricerca di base sui temi indicati del sistema industriale, sia le singole imprese», e favoriranno anche la nascita di start up e spin off.
«L’iniziativa - ha ricordato Montanari - ricade su un ampio territorio che ha molto in comune dal punto di vista storico, sociale e culturale, e che ospita il 12% della popolazione nazionale, genera il 14% del Pil e il 20% dell'export italiano».
E il progetto sarà vincente se «imprese e mondo della ricerca - avverte Muzio - sapranno mettersi in gioco superando gli schemi tradizionali. Una ricerca più vicina al mercato e un'impresa più aperta all'innovazione devono essere gli obiettivi. Una sfida difficile, ma realizzabile».—
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