Interporto Pordenone, la Cciaa delibera lo scioglimento

La decisione segue le evoluzioni sul futuro del riassetto camerale nazionale. Il presidente Pavan: «L'operazione ci permetterà di cedere l’azienda funzionante a un soggetto in grado di proseguire i progetti e continuare l’attività».

PORDENONE, 26 novembre 2015 – La giunta della Camera di commercio ha deliberato la dismissione della partecipazione di controllo detenuta in Interporto Spa (pari al 78,974%); in funzione di ciò la controllata dovrà convocare entro l’anno un’assemblea straordinaria per la messa in stato di scioglimento e liquidazione finalizzata alla cessione.

La giunta ha sottolineato che tale decisione è stata assunta con «l’obiettivo di valorizzare la società lanciandola nel comparto intermodale tanto che nella procedura indicata dovrà essere esplicitamente contenuto l’impegno alla prosecuzione sia dell’attività sia dei progetti in essere».

I primi passi erano stati compiuti a ottobre 2014 dopo l’entrata in vigore delle disposizioni emanate dal Governo che avevano ridefinito sia la quota di diritto annuale su cui l’ente avrebbe potuto contare in futuro, sia il ruolo stesso delle Camere di commercio sul territorio nazionale.

La giunta aveva pertanto iniziato l’esame sulle partecipazioni e le eventuali dismissioni di quote societarie detenute sia nelle società private sia negli organismi associativi/consortili partecipati e la ripartizione degli investimenti di iniziative sostenute anche con il contributo camerale, compreso Interporto Spa.

«Alla luce all’attuale contesto economico ed istituzionale e dei più recenti sviluppi riguardanti la normativa sulle partecipate – ha detto il presidente, Giovanni Pavan – si è reso opportuno, direi doveroso, valutare ulteriori azioni da intraprendere in parziale riforma al Piano deliberato a marzo».

Dopo un’attenta valutazione tecnico-giuridica su più soluzioni, la giunta della Cciaa ha optato per la strada dello scioglimento seguito dall’alienazione con procedura a evidenza pubblica.

Una soluzione che, come ha aggiunto Pavan, «consente una maggior speditezza considerando che la nostra quota permette il rispetto dei quorum deliberativi previsti nell’assemblea sociale».

Lo scioglimento sarà attuato con una finalità diversa dai casi ordinari di liquidazione, tesi alla monetizzazione degli asset aziendali poiché, di fatto, si presuppone lo stop dell’attività.

«Nel caso di Interporto – è stato detto – consente di cedere l’intera azienda funzionante a un soggetto tecnico specificamente selezionato per proseguire con i progetti in corso e continuare quindi l’attività».

La procedura di evidenza pubblica verrà avviata a inizio 2016 e si concluderà entro fine anno.

LA SCHEDA: Interporto – Centro Ingrosso di Pordenone Spa è stata fondata a fine anni ’80 per progettare, costruire e gestire l’area interportuale di Pordenone.

Gli azionisti sono: Cciaa di Pordenone (78,974%), Comune di Pordenone (15,342), Provincia di Pordenone (0,194%) e CCIAA di Udine (0,065%).

Le rimanenti quote sono detenute dalle Associazioni di categoria provinciali (Unione Industriali, Confcommercio, Confartigianato-Unione Artigiani, Coltivatori Diretti, Unione Agricoltori e Unione Cooperative).

La missione è favorire la crescita sostenibile del benessere e del tessuto economico locale e regionale, in un territorio fortemente competitivo e votato all’export.

L’ambito su cui si è focalizzata l’attività è quella della realizzazione del Centro Intermodale.

In esso sono in corso lavori di adeguamento e potenziamento del Terminal che dovrebbe trasformarsi in stazione elementare a servizio dell’interporto, completamente indipendente dalla stazione passeggeri di Pordenone.

Il Terminal, sarà dotato di binari in grado di movimentare treni di lunghezza fino a 750 metri (standard europeo) senza rotture dei convogli.

In particolare, il Terminal intermodale di Pordenone si colloca nella trasversale di collegamento ferroviaria Est-Ovest (Venezia – Pordenone – Udine) con connessione a nord verso Tarvisio (paesi del Nord-Est UE) e a est verso Trieste (corridoio V).

La capacità a regime dovrebbe essere di 2/3 treni/giorno in arrivo e in partenza potendo rispondere ad una domanda massima potenziale di circa 25.400 UTI (unità di trasporto intermodale)/anno pari a circa 18.150 carri.

Il Terminal avrà una superficie di 73.000 m2 e un piazzale operativo di 56.000 m2.

La società prevede di realizzare ulteriori progetti quali la costruzione del centro servizi, attrezzaggio delle aree e la costruzione di un parcheggio e sosta dei mezzi pesanti che sarà servito anche da un’area di servizio per la distribuzione dei carburanti.

Il valore della produzione è stato di circa 3 milioni di euro nel 2013 e di 4 milioni 551 mila euro nel 2014.

Utile sia nel 2013 (538 mila euro) sia nel 2014 (428 mila euro) con previsione positiva anche per il 2015.

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