Istat: con il coronavirus a rischio di sopravvivenza quasi il 40 per cento delle imprese

ROMA. Fatturati a picco e rischio di tenuta per la metà del sistema della imprese, con il manifatturiero che rischia di pagare il prezzo più alto della crisi sanitaria, ma che al contempo segnala maggior reattività al momento. In occasione della presentazione dell'Annuario Ice-Istat 2020, l'istituto di statistica presenta anche un'indagine sull'impatto Covid e la reazione delle imprese.
Il fatturato è diminuito nel 71,5% delle imprese (rispetto al 2019); nel 41,4% si è contratto di oltre il 50% (per una impresa su tre la riduzione è stata minore); nel 14,6% di imprese si è azzerato. Solo il 5% di unità ha registrato un aumento dei ricavi (circa 50mila imprese, attive soprattutto nel commercio).
La crisi di liquidità indotta dal calo del fatturato ha colpito oltre la metà delle imprese (soprattutto quelle coinvolte nel lockdown e di dimensione minore). Il 38,8% delle imprese (che spiegano il 28,8% dell’occupazione, circa 3,6 milioni di addetti, e il 22,5% del valore aggiunto, circa 165 miliardi di euro) ha segnalato rischi per la sopravvivenza nel corso dell’anno.
Il pericolo di chiusura è più elevato tra le imprese micro (40,6%, 1,4 milioni di addetti) e piccole (33,5%, 1,1 milioni di occupati), ma è rilevante anche tra le medie (22,4%, 450 mila addetti) e le grandi (18,8%, 600 mila addetti).
A livello settoriale, la criticità operativa riflette i provvedimenti di chiusura, colpendo soprattutto i servizi ricettivi e alla persona: il 65,2% delle imprese dell’alloggio e ristorazione (19,6 miliardi di euro di valore aggiunto, poco più di 800 mila occupati) e il 61,5% nel comparto dello sport, cultura e intrattenimento (3,4 miliardi di euro di valore aggiunto, circa 700 mila addetti).
Solo il 32,5% delle imprese (48,3% degli addetti, 54,0% del valore aggiunto) ha dichiarato di avere potuto operare durante le varie fasi di lockdown, mentre il 43,8% (26,9% degli addetti, 21,2% del valore aggiunto) ha dovuto sospendere la propria attività almeno fino al 4 maggio. Le conseguenze economiche hanno riguardato, pur con diverse intensità, l’intero sistema produttivo, colpendo anche il 49,1% delle imprese più produttive, che sono state in condizione di lockdown almeno fino al 4 maggio.
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