La denuncia di Ance: Ecobonus bloccato dalla burocrazia
PADOVA. La burocrazia tiene al palo l’Ecobonus edilizio al 110% e per il 2020 sarà flop. A denunciarlo sono l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) di Padova e i principali operatori del settore. Di fatto se è vero che tutte le norme ufficiali e i regolamenti sono stati pubblicati, rimane avvolto nel mistero come si debba procedere per tutte le azioni preliminari che dovrebbero garantire l’accesso a un credito edilizio che restituisce per ogni 1000 euro spesi 1100 euro in 5 anni.
Il peso della burocrazia. «Prendiamo ad esempio l’attestazione Ape, quel documento preliminare che valuta i consumi energetici di quella specifica abitazione» spiega il presidente di Ance Padova Mauro Cazzaro. «Si tratta di un documento di grande importanza perché è proprio sulla base di quella certificazione preliminare che si andrà a valutare poi, alla fine dei lavori, se gli interventi avranno garantito all’edificio un congruo miglioramento delle performace energetiche. Ad oggi sappiamo che si deve fare questo documento e sappiamo che se ne dovrà fare un altro alla fine del cantiere ma non abbiamo neppure la più vaga idea di come questa Ape vada fatta (se ad esempio possono essere ritenute valide quelle che già si fanno oggi o se invece verranno introdotti criteri nuovi) né dove questo documento vada depositato. E questo è solo un esempio di una serie di incertezze burocratiche che rischiano di vanificare sul nascere ogni sforzo».
Il nodo. La preoccupazione dei costruttori è quella di offrire ai clienti dei servizi e dei prodotti preliminari alla progettazione che rischiano di essere assolutamente inutili ai fini concreti dell’ottenimento del bonus. «I dati che abbiamo a nostra disposizione ci indicano senza alcun dubbio che l’Ecobonus non produrrà nessun beneficio al settore nel 2020 anzi» continua Cazzaro.
«Un’offerta così ghiotta in effetti ha bloccato molte delle attività di manutenzione e riqualificazione programmate da tempo, in attesa proprio dei necessari chiarimenti in merito a questa soluzione».
La spinta. Non resta, quindi, che fare stime per il 2021, anno in cui i costruttori contano di avere chiariti tutti i dubbi tecnici e amministrativi che ancora aleggiano su una misura chiamata a risollevare il settore.
«Se tutto dovesse andare per il meglio» spiega il presidente dell’Ance di Padova «solo nel nostro territorio il settore vedrebbe il suoi fatturati crescere in un solo anno di circa 300 milioni di euro. Una crescita vertiginosa che porterebbe con sé nuova occupazione per circa 5.000 persone (rispetto agli 8000 occupati attualmente iscritti alla Cassa Edile di Padova) e un incremento del prodotto interno lordo provinciale pari a poco meno di un miliardo di euro. Cifre più che considerevoli sulle quali bisogna fare una serie di considerazioni: ha senso schiacciare sull’acceleratore per poi frenare velocemente solo 12 mesi dopo? Come Ance stiamo lavorando per spingere il Governo a un prolungamento del bonus fino al 2024 per lo meno (la scadenza è a fine 2021, ndr). Una finestra troppo angusta rischia di essere dannosa per molti clienti e l’intero sistema economico nazionale».
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