La Fabi non ha diffamato l'ex vice Bpvi Cauduro

Cauduro è stato condannato al pagamento delle spese processuali (6.615 euro oltre accessori). Cauduro aveva accusato i vertici Fabi di averlo gravemente diffamato, sottoponendolo ad una «vera e propria campagna di stalking mediatico»

 La Fabi non ha diffamato l'ex vice direttore generale della Banca Popolare di Vicenza Adriano Cauduro. È quanto afferma il sindacato bancario in una nota secondo la Corte d'Appello di Milano ha confermato la sentenza del Tribunale di Monza con cui era stata rigettata la domanda di risarcimento del danno per asserita diffamazione in misura pari a 250.000 euro.

La richiesta di risarcimento era stata proposta da Adriano Cauduro, unico membro del vecchio management ad essere sopravvissuto allo scandalo della Banca Popolare di Vicenza, contro la Fabi, Lando Maria Sileoni (segretario generale) e Giuliano Xausa (segretario nazionale).

Cauduro è stato condannato al pagamento delle spese processuali (6.615 euro oltre accessori). Cauduro aveva accusato i vertici Fabi di averlo gravemente diffamato, sottoponendolo ad una «vera e propria campagna di stalking mediatico», per averne in varie occasioni, ma sempre in sedi sindacali, chiesto la rimozione quale unico superstite del vecchio management coinvolto nel noto scandalo delle banche venete.

La Corte d'Appello di Milano, come già il Tribunale di Monza, ha accolto in toto le difese dalla Fabi ritenendo che il sindacato, attraverso i propri vertici, abbia esercitato del tutto correttamente il proprio ruolo sindacale «coerentemente con la propria funzione», nei confronti della controparte datoriale, ed abbia espresso «una valutazione del Sindacato di natura squisitamente politica nella gestione generale dell'azienda» e ciò in una «prospettiva di ben più ampio respiro attinente al futuro dell'azienda».

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