La lunga cavalcata del gruppo Doimo «Non è un rimbalzo, ma vera crescita»

Il direttore generale Martin: «Nel 2021 prevediamo un aumento dei ricavi intorno al 50%». Ma l’avanzata impetuosa fa i conti con la difficoltà di reperimento di materiali e semilavorati

Fabio Poloni

«A gennaio tutti si chiedevano se fosse solo un rimbalzo. No, ora dopo mesi possiamo dirlo: è un vero trend di crescita che si è protratto e speriamo che continui». Marco Martin, direttore generale di Doimo Cucine, analizza il momento con lucidità. «I segnali migliori, all’inizio, li ha dati il mercato italiano – spiega Martin – ma ora anche dall’estero la crescita è consistente».

Le previsioni sono straordinarie, a livello di numeri: «Nel 2021 prevediamo una crescita di fatturato attorno al cinquanta per cento», dice ancora Martin. Già il 2020, nonostante un mese e mezzo di blocco quasi totale, aveva fatto segnare per l’azienda di Nervesa della Battaglia (Treviso) una crescita del due per cento di fatturato rispetto al 2019, sfiorando quota 17 milioni di euro.

La galassia

Quella di Doimo è una vera e propria galassia del mobile, e va appunto dalle cucine ai salotti (Doimo Salotti a Moriago della Battaglia), dalle camerette (Dielle Spa) a Cityline, Office, Modus e Contract. Anche qui, come in altre aziende del settore, la crescita impetuosa fa i conti con un rovescio della medaglia fatto di pesanti difficoltà nel reperimento di materiali.

«Certi tipi di componenti sono difficili da trovare, come ante e pannelli», spiega Martin. Slittano i tempi di consegna del prodotto? «Per fortuna abbiamo fatto scorte a gennaio, quando ci sono state le prime sensazioni di problemi di approvvigionamento. Per altre lavorazioni, invece, come i pannelli truciolari, gli accessori in plastica e alluminio e le lavorazioni speciali, come collanti e solventi, i prezzi schizzano: ci sono state anche tre revisioni di listino quest’anno».

La filiera di Doimo è corta, questo almeno mette al riparo da ulteriori problemi legati ai trasporti intercontinentali, gravati da ritardi e anch’essi da pesanti rincari: «Il novanta per cento dei nostri materiali arriva da fornitori italiani, il resto da un fornitore tedesco e uno austriaco per quanto riguarda guide e cerniere».

Le tendenze

Quali sono le tendenze di mercato? «Piacciono cucine di desgin e di pulizia nelle forme e nello stile – spiega il direttore generale di Doimo Cucine – senza tanti fronzoli né articolazioni pesanti». Tra i progetti più recenti dell’azienda c’è “All-arounD”, un unico sistema per progettare la propria cucina nel tratto riconoscibile di Doimo Cucine.

«Non più scelta della cucina per modelli o collezioni ma attraverso la definizione di un sistema: questo il passaggio importante e graduale svoltosi negli ultimi due anni con l’obiettivo finale di aiutare il cliente – con modolità chiara e veloce – nella decisione della miglior soluzione partendo da tre variabili iniziali: tipologia d’anta, sistema d’apertura e finitura. Un percorso che oggi arriva al suo compimento e trova espressione con All-aroundD», spiegano a Nervesa della Battaglia.

«Un iter necessariamente lento per raggiungere la perfetta trasversalità degli elementi e la semplificazione dei materiali e delle finiture, pur mantenendo un’ampiezza di gamma. Uno sforzo considerevole dell’azienda se si pensa che ogni cambiamento ha implicato adeguamenti produttivi con nuove procedure, macchinari e sistemi di tracciabilità. Tutto nel rispetto della sostenibilità, valore irrinunciabile per l’azienda».

All-aroundD in sostanza chiede al cliente di rispondere a tre domande: qual è la tipologia d’anta desiderata? Qual è il sistema d’apertura? Quali le finiture preferite? Tre valutazioni per trovare la propria cucina, ideata secondo gusto, necessità ed ergonomica.

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