La Piccola industria del Nordest e del Tirolo dice "no" alla chiusura del Brennero
BELLUNO - Le delegazioni della piccola industria di Belluno, Trento, Bolzano, Udine e Tirolo, in visita a due aziende leader della provincia di Belluno come Luxottica e Unifarco, esprimono unanime preoccupazione per la paventata chiusura del Brennero, che causerebbe danni enormi al sistema industriale, e auspicano che il problema dell'accoglienza dei profughi venga affrontato con senso di responsabilità a livello comunitario.
«Non vogliamo un’Europa dei muri e del filo spinato – sostengono in una nota congiunta i presidenti delle cinque delegazioni, Sandro Da Rold di Belluno Dolomiti), Paul Unterweger del Tirolo, Oswald Eller dell’Alto Adige), Marco Giglioli di Trento e Alessandra Sangoi di Udine - che rappresenterebbe un pericoloso salto all’indietro nella storia, un ritorno ai momenti più bui e tragici del nostro continente. Il mondo dell’impresa è invece favorevole a un’Europa unita nella pace, nella solidarietà e nella prosperità, a uno spazio aperto alla libera circolazione dei cittadini, delle merci e delle idee quale presupposto irrinunciabile per la crescita economica. La paventata chiusura delle frontiere, a cominciare da quella strategica del Brennero, provocherebbe immediati contraccolpi su export e turismo e, quindi, su tutta la nostra economia e soprattutto su quelle imprese del Nord Est che lavorano costantemente e in modo rilevante con i Paesi del Nord Europa. La collaborazione tra le nostre delegazioni va esattamente nelle direzione opposta, ovvero nella condivisione di soluzioni a problemi comuni e di progettualità condivise per unire ancor più i nostri territori. Auspichiamo pertanto che le istituzioni, a tutti i livelli, riescano a rilanciare il dialogo e la collaborazione, in linea con lo spirito dei padri fondatori che sono riusciti a ricostruire l’Europa dalle macerie della seconda guerra mondiale».
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