La Pitina finalmente è Igp
PORDENONE - È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale di protezione nazionale transitoria per la Pitina Igp.
Con questo atto viene riconosciuta - per ora a livello nazionale, in attesa del completamento dell'iter a Bruxelles - la protezione dell'indicazione geografica «Pitina» e la legittimità dell'uso della denominazione da parte dei produttori che rispettano il disciplinare, disponibile dal 9 dicembre scorso.
La Pitina è un prodotto a base di carni ovicaprine o di selvaggina ungulata, conservata in affumicatura e con uno strato protettivo di farina di mais; si può produrre esclusivamente nel territorio dei Comuni di Andreis, Barcis, Cavasso Nuovo, Cimolais, Claut, Erto Casso, Frisanco, Maniago, Meduno, Montereale, in provincia di Pordenone.
«In meno di un anno - commenta l'assessore alle Politiche agricole e forestali del Friuli Venezia Giulia, Cristiano Shaurli - abbiamo rimesso in moto l'iter burocratico e portato a casa un risultato inseguito per parecchi anni, grazie alla sintonia che si è creata tra i nostri uffici e quelli del ministero. Ci auguriamo ora di trovare la stessa sintonia anche a Bruxelles».
Soddisfazione viene espressa anche da Francesco Ciani, direttore dell'Istituto Nord Est Qualità di San Daniele del Friuli, organismo preposto alla verifica del rispetto del presente disciplinare da parte dei produttori: «La Pitina Igp entra a far parte di una ristretta rosa di prodotti di eccellenza della nostra Regione che comprende le Dop Prosciutto di San Daniele, formaggio Montasio, olio Tergeste, Brovada e la Igp Prosciutto di Sauris. La Pitina è Igp senza precisazioni geografiche. Una conferma che parliamo di un prodotto unico e irripetibile».
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